Il secondo Rapporto OICE sulle gare pubbliche che prevedono l’utilizzo delle metodologie BIM, evidenzia, dopo la crescita del 2017 (+ 70% sul 2016), un balzo del 219,0% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente. Nel solo mese di dicembre sono stati pubblicati 104 bandi, 90 dei quali emessi da diverse direzioni regionali dell’Agenzia del Demanio, ente che si è dimostrato fra i più attivi già nel 2017.
Nel 2018 il confronto tra i bandi per servizi di ingegneria e architettura con richiesta di BIM (o appalti di servizi o concorsi di progettazione) e il totale del mercato dei servizi di ingegneria e architettura rilevati, vede i bandi BIM al 4,6% del totale nel numero.
Nel valore i bandi BIM raccolgono 161.046,8 milioni di euro, contro i 1.250.230.624 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura e raggiungono l’11,4% del totale dei bandi emessi.
Dal punto di vista degli importi i bandi BIM per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2018 (l’importo delle opere spesso non è previsto) mostrano come l’apporto principale provenga dalle gare sopra soglia, il 57,1% del totale in numero e il 91,9% in valore. Le gare sotto la soglia dei 100.000 euro arrivano al 18,7% in numero e all’1,7% in valore, e quelle comprese tra i 100.000 e i 221.000 raccolgono il 24,3% in numero e il 6,4% in valore.
La distribuzione territoriale per macroregioni dei bandi BIM rilevati nel 2018 è abbastanza omogenea, si va dal massimo del Meridione con 89 bandi, pari al 33,2% del totale, al minimo delle Isole con 15 bandi, pari al 5,6%. Il Centro con 79 bandi arriva al 29,5%, il Nord–Est con 53 bandi al 19,8% e infine il Nord–Ovest con 32 bandi all’11,9%.
Tra le stazioni appaltanti nel 2018 al primo posto sono le Amministrazioni dello Stato (centrali e periferiche) che hanno pubblicato 145 gare, il 54,1% del totale, seguite dai Comuni, 47 bandi pari al 17,5%, da Università e ricerca, 21 il 7,8%, dalle Concessionarie, 19 bandi il 7,1%, dalle Province, 15 bandi il 5,6%, Ospedali USL ASL, 11 bandi il 4,1%, e altri Enti insieme, 10 bandi pari al 3,7%.
Dal punto di vista della tipologia di interventi, i bandi per ristrutturazione sono 199, pari al 74,3% del totale, quelli per nuove realizzazioni sono 69 e sono riferibili al 25,7% del totale.
La divisione per tipologia di opera vede al 92,5% le opere puntuali con 248 bandi e al 7,5% le opere lineari con 20 bandi. Del 92,5% del totale riferibile ad opere puntuali, la maggior sono per edilizia direzionale e uffici, con 123 bandi pari al 49,6% del totale delle opere puntuali.
Dal punto di vista dell’analisi qualitativa sui contenuti degli atti di gara, pur considerando la diversa entità del numero delle gare fra un anno e l’altro, anche quest’anno emerge l’incompletezza e indeterminatezza del quadro regolatorio, non ancorato a un corpo delle conoscenze definito, che fa da cornice all’operato delle stazioni appaltanti.
Non è un caso che siano in sensibile aumento i bandi che citano il BIM genericamente senza punteggi specifici, ma solo come elemento contrattuale della prestazione: si passa dal 3,5% del totale delle gare registrate nel 2017 al 13,8% del 2018.
Emerge poi con evidenza la tendenza di alcune stazioni appaltanti a fare riferimento al BIM per selezionare gli operatori economici, ammettendo alla gara soggetti che devono dimostrare la loro capacità tecnica e professionale attraverso pregresse esperienze in BIM (sia come servizi svolti nel decennio, sia come servizi di punta).
Sono nettamente in aumento, rispetto allo scorso anno, i bandi in cui il BIM è richiesto sotto forma di esperienza pregressa, necessaria per l’accesso alla gara. Si tratta di 55 bandi di gara nei quali l’avere in passato svolto servizi di ingegneria e architettura utilizzando il Building Information Modeling rappresenta un elemento necessario, una pre-condizione, per la partecipazione alla gara.
Molto più numerose (126 bandi di gara) sono state le procedure in cui la stazione appaltante, al fine di provare la capacità tecnica del concorrente, inserisce nel bando o nel disciplinare di gara un requisito di idoneità professionale, generalmente richiesto a pena di esclusione, al pari degli altri requisiti minimi di accesso alla gara (siano essi generali o specifici, ai sensi dell’articolo 83 del codice appalti).
In molti casi si tratta di riferimenti ad “esperti BIM” o a soggetti che siano accreditati/certificati come BIM Manager o BIM Coordinator.
Esiste poi un pacchetto di 37 gare classificate come “generica richiesta di progettazione in BIM”, pari al 13,8% del totale delle gare dove il BIM viene citato in termini assolutamente generali come elemento della prestazione da svolgere, ma senza alcuno specifico apprezzamento (punteggio) in sede di offerta, o quantificazione come livello minimo per l’accesso alla gara.
Anche quest’anno l’impiego del BIM ha assunto un particolare rilievo quale elemento di premialità attribuito all’offerente nell’ambitodell’utilizzo del criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa(OEPV) per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura di importo pari o superiore a 40.000 euro: è accaduto in 207 gare su 268, cioè nel 77,2% delle gare.
Nella maggiore parte dei casi le stazioni appaltanti hanno valutato il BIM sia nella professionalità e adeguatezza dell’offerta tecnica, sia nelle caratteristiche metodologiche, guardando contemporaneamente alle esperienze pregresse dei tre progetti/servizi analoghi e a come sarà resa la prestazione richiesta. Si tratta di 102 i casi, con punteggi che variano complessivamente (somma dei punteggi attribuiti ai due elementi) da 10 a 36 punti, con una media del punteggio pari al 26 (su base 100).
Dal punto di vista delle procedure l’analisi conferma che la maggiore parte dei bandi BIM sono stati emessi con procedura aperta: 211 procedure (pari a circa il 78% del totale degli affidamenti). Si tratta di un dato in aumento (dal 69,8%sul totale dei bandi del 2017 al 78,7% del 2018) che ha determinato in termini di valore assoluto dei bandi un aumento di due volte e mezza.