Nella richiesta di stato d’emergenza c’è anche la domanda di utilizzo immediato delle navi cisterna e di quelle con funzioni di dissalatori per riempire gli invasi
La Regione Sicilia ha chiesto lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica, a seguito del lungo periodo di siccità e la rilevante riduzione delle riserve di acqua in tutta la Sicilia. L’obiettivo del provvedimento, che adesso dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri, è garantire acqua potabile ai cittadini e l’approvvigionamento idrico ad agricoltura e allevamenti, oltre alle imprese impegnate nei cantieri nell’Isola.
La Protezione civile regionale ha indicato una serie di interventi a breve e a medio termine per mitigare la crisi, ma occorrono le risorse: 130 milioni per le azioni a breve, 590 per quelle a medio termine. "Servono urgenti interventi statali per operare su reti e sistemi di approvvigionamento idrico". ha detto il governatore Renato Schifani.
"La situazione è estremamente delicata e ne siamo consapevoli, ma siamo altrettanto determinati ad affrontarla come dimostra il lavoro incessante del presidente Schifani", ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, spiegando: "le previsioni meteorologiche per le prossime settimane e l’arrivo degli anticicloni africani sperimentati già a Pasqua, non fanno ben sperare per il futuro prossimo".
Per quanto riguarda l'agricoltura, dice Sammartino, "il comparto in Sicilia potrebbe subire un tracollo di reddito e occupazione. Rischiamo la compromissione e la perdita definitiva delle colture permanenti (agrumi, frutta, vigne) e la moria diffusa del bestiame, con i conseguenti problemi di ordine sanitario. I danni, stimati dal dipartimento dell’Agricoltura, oscillerebbero tra uno e 2,5 miliardi di euro".
Per questo - sottolinea Sammartino - "serve una risposta celere da Roma. La dichiarazione di emergenza nazionale ci consentirebbe di mettere in campo misure essenziali per il comparto agricolo: sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di mutui e adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico in difficoltà, la sospensione dei contributi di bonifica, considerato che le dighe non hanno l’acqua per irrigare, e la possibilità di attivare le deroghe comunitarie previste per i piani strategici della Pac e i Piani di sviluppo Rurale e dei contributi Inps".
Nella richiesta di stato d’emergenza avanzata dalla giunta di Renato Schifani al governo Meloni, c’è anche la domanda di utilizzo immediato delle navi cisterna e di quelle con funzioni di dissalatori per riempire gli invasi siciliani.