Dal trattamento della frazione organica saranno prodotti biometano e compost di qualità
Con la produzione del primo metro cubo di biometano avvenuta oggi, ha ufficialmente preso il via l’impianto di AGSM AIM di trattamento dei rifiuti organici di Ca’ del Bue. Il biodigestore consentirà il trattamento di 40.000 tonnellate/anno di Frazione Organica dei Rifiuti (FORSU) mediante il processo di digestione anaerobica. Una volta a regime, il biodigestore sarà in grado di produrre 3 milioni di metri cubi di biometano che saranno destinati a rifornire le flotte del trasporto pubblico locale.
Tramite un processo di digestione anaerobica, il materiale organico verrà trasformato in compost di alta qualità per una produzione annua di 10.000 tonnellate annue (il 75% del quale sarà sostanza secca, 25% acqua), che verranno consegnate alle aziende agricole del territorio.
All’interno dell’area di Ca’ del Bue avverrà il ricevimento del rifiuto organico raccolto nel territorio, il pre-trattamento finalizzato alla separazione dei materiali, il trattamento anaerobico, l’estrazione del biometano, la disidratazione e il successivo avvio della frazione organica digerita per la realizzazione del compost.
Il biodigestore – spiega una nota di AGSM AIM - diventerà il motore di un circolo virtuoso che consentirà rilevanti benefici nei confronti dell’ambiente e del territorio, la drastica riduzione dei conferimenti in discarica e la trasformazione del materiale organico in biometano da fonte rinnovabile. A questo si aggiunge la produzione di compost di qualità riutilizzabile sul territorio secondo gli ultimi dettami normativi della Comunità Europea.
Il biodigestore – conclude la nota - rappresenta il primo tassello di un più ampio polo di gestione dei rifiuti in ottica di economia circolare che AGSM AIM intende realizzare grazie a diversi impianti, tra cui uno di trattamento fanghi per il quale è già stato avviato l’iter autorizzativo, uno di trattamento carta/cartone, uno di recupero di materiale plastico, uno di rifiuti solidi non pericolosi e, infine, il revamping di un impianto già esistente di trattamento meccanico per aumentare la percentuale di recupero dell’indifferenziato.