Le dichiarazioni di Filippo Abbà, Chief Technology Innovation Officer di Saipem, nel corso del suo intervento alle Giornate dell'Energia di Salina Verde 2024
La geotermia onshore e offshore, sia tradizionale che non convenzionale, "richiede l'utilizzo di tecnologie, asset e competenze vicine al nostro core business e rappresenta un naturale sbocco tecnologico per i nostri mezzi e le nostre risorse tecniche. Inoltre, Saipem vanta un importante track record in questo segmento: fin dagli anni '70 è impegnata nello sviluppo di progetti legati alla geotermia convenzionale e ha lavorato a numerosi pozzi geotermici in Italia e nel mondo fornendo servizi tecnici innovativi".
È quanto ha dichiarato Filippo Abbà, Chief Technology Innovation Officer di Saipem, nel corso del suo intervento alle Giornate dell'Energia di Salina Verde 2024, la tre giorni dedicata alla transizione energetica delle isole minori.
“Siamo interessati – spiega il manager – all’energia geotermica applicata al settore offshore, ai sistemi geotermici non convenzionali inclusi quelli di accumulo di calore sotterraneo, all'integrazione della geotermia con la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica e alla decarbonizzazione delle piccole isole. In particolare, con l’applicazione della geotermia alla cattura dell’anidride carbonica, come recentemente evidenziato anche dall'International Energy Agency, si riducono ulteriormente le emissioni. Saipem è, infatti, un attore importante nella catena del valore della CCS e la nostra soluzione tecnologica proprietaria Bluenzyme, basata su un innovativo processo enzimatico di cattura della CO2, ha tra i principali vantaggi proprio l’integrazione con l'energia geotermica con l’effetto di aumentare i benefici della cattura stessa”.