L’aggiornamento del report “Osservatorio di Sistemi di Accumulo” di ANIE Federazione aderente a Confindustria presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna.
Al 30 giugno 2023 risultano installati 386.039 sistemi di accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 3.045 MW e una capacità massima di 4.893 MWh. E' quanto emerge dall’aggiornamento del report “Osservatorio di Sistemi di Accumulo” di Anie, Federazione aderente a Confindustria, che presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna
Analizzando i dati del 2022 e del 2023 si è passati da una media nel 2022 di 13.000 unità/mese ad una media nel 2023 di 26.000 unità/mese (+100%). La tecnologia più diffusa continua ad essere quella a base di Litio (99% del totale).
La quasi totalità (91%) dei SdA è di taglia inferiore ai 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (33%) e di quelli con capacità compresa tra 10 kWh e 15 kWh (37%). La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella “lato produzione in corrente continua”, che ricopre l’89% del totale, mentre quella “lato produzione in corrente alternata” e quella “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 4% ed il 7%.
Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,5% di taglia residenziale. La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (75.719 SdA per una potenza di 583 MW e una capacità di 930 MWh), seguita dal Veneto (53.654 SdA per 414 MW e 722 MWh) e dall’Emilia-Romagna (38.690 SdA per 307 MW e 470 MWh).
Sebbene la variazione tendenziale del primo semestre 2023 segni un +100% rispetto al numero di installazioni 2022, sottolinea Anie, quella congiunturale tra il primo ed il secondo semestre 2023 mostra un mercato in rallentamento del -19%. Se l’accelerazione nel primo semestre del 2023 rispetto a quello del 2022 è imputabile alle tempistiche normative per l’accesso alle misure del superbonus, in particolare le tempistiche relative alle abitazioni unifamiliari, il rallentamento registrato nel secondo trimestre 2023 rispetto al primo è causato dal blocco della cessione del credito che non solo ha messo in crisi gli interventi con aliquota detraibile del 110%, ma anche quelli con aliquota del 50%, conclude la nota.