
L'intenzione della Commissione europea di adottare una strategia sulla resilienza dell'acqua, spiegano le due federazioni, va nella giusta direzione.
Approccio multisettoriale, superamento della frammentazione della governance nel governo del territorio, accorciamento della catena decisionale e del permitting, incoraggiamento della produzione di acqua complementare, sostegno degli investimenti e superamento della frammentazione gestionale del servizio idrico integrato. Sono i 6 principi con i quali Confindustria e Utilitalia intendono continuare la collaborazione e sviluppare analisi e proposte condivise per una gestione sostenibile della risorsa idrica.
In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, che si è celebrata sabato, Confindustria e Utilitalia hanno ricordato anzitutto la necessità di agire a livello europeo, per assicurare un approccio armonizzato della normativa, attualmente frammentata e fonte di complessità e inefficienze: l'intenzione della Commissione europea di adottare una strategia sulla resilienza dell’acqua, spiegano, va nella giusta direzione.
"Non si possono governare i fenomeni complessi legati all'acqua, come il dissesto idrogeologico, con strutture fragili e competenze incerte e sovrapposte. Dobbiamo dotarci di una visione comune, partendo da una cornice normativa chiara e omogenea che renda coerente un sistema oggi troppo frammentato. Significa che le risposte ai problemi necessitano di una governance snella, attenta al territorio, ma inserita in un sistema coordinato", ha spiegato Annalisa Sassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria.
"Negli ultimi anni gli investimenti dei gestori del servizio idrico integrato sono aumentati notevolmente, raggiungendo i 4 miliardi annui, pari a 65 euro pro capite nel 2023, con una stima di 80 euro l’anno per abitante nel 2025 anche grazie alla spinta dei finanziamenti pubblici. Ma alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici e delle direttive europee sull'acqua, serve un'ulteriore accelerata per arrivare a 6 miliardi annui. Ragionando in un'ottica futura, alle risorse derivanti dalla tariffa andrebbe affiancata anche una quota di contributo pubblico di almeno 1 miliardo di euro l'anno per i prossimi 10 anni, per assicurare la tutela della risorsa e del territorio, nonché a garantire la continuità del servizio", ha commentato Filippo Brandolini, il presidente di Utilitalia.
"Promuovere un approccio all'economia circolare anche all'utilizzo dell'acqua è importantissimo. È fondamentale per ridurre il consumo delle risorse e tutelare gli ecosistemi. Le imprese possono fare molto in termini di riciclo e riuso dell’acqua nei processi industriali. Ma è necessario eliminare frammentazioni normative, e non solo, che limitano il potenziale degli investimenti", ha concluso Lara Ponti, Vice Presidente per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG di Confindustria.