"Favorire l’incontro tra domanda e offerta consentirà di equilibrare e distribuire le corrette responsabilità di tutti gli attori della filiera", dice Utilitalia
Adeguare la normativa, favorire l’incontro tra domanda e offerta, pianificare le infrastrutture necessarie e garantire la sostenibilità economica degli investimenti. Questi i punti essenziali evidenziati da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) nel corso dell’incontro “Depurazione e riutilizzo delle acque reflue affinate”, organizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Tra i fattori abilitanti, Utilitalia ha chiesto di velocizzare il superamento del DM 185/2003 e la pubblicazione del DPR sul riuso tenendo in considerazione le osservazioni pervenute dalla Federazione in fase di consultazione, oltre all’inserimento del riuso nei bilanci idrici di distretto.
Nell’ottica della Federazione, favorire l’incontro tra domanda e offerta consentirà di equilibrare e distribuire le corrette responsabilità di tutti gli attori della filiera: lato domanda, per quanto concerne l’affidabilità della qualità dell’acqua e la sua disponibilità continuativa; lato offerta, in riferimento alla copertura dei maggiori costi di investimento e di esercizio delle sezioni di affinamento necessarie in caso di riuso. Al contempo, incentivare in agricoltura gli approvvigionamenti che non incidono sulle fonti naturali come corpi idrici e falde, permetterà di preservarli e contestualmente di incrementare il riuso.
In terzo luogo - sottolinea Utilitalia - andranno pianificate le infrastrutture necessarie al riuso, sulla base di un’analisi costi-benefici, rivedendo i criteri di attribuzione dei fondi dedicati alle infrastrutture e coinvolgendo attivamente tutta la filiera, dai gestori idropotabili ai consorzi di bonifica, fino gli utilizzatori: nello specifico, si tratta di bacini di accumulo per raccogliere l’acqua affinata nei periodi in cui non è necessaria e di reti di distribuzione per trasportare l’acqua in uscita dal depuratore al luogo in cui serve garantendone la qualità.
È necessario infine garantire la sostenibilità economica degli investimenti necessari lungo tutta la filiera, anche attraverso finanziamenti dedicati e/o meccanismi incentivanti.
Con costi di investimento incrementali minimi, 112 grandi impianti di depurazione potrebbero fornire 2,3 miliardi di metri cubi d’acqua di riuso l’anno; a fronte di costi di investimento incrementali stimati in circa 4,2 miliardi per l’implementazione di sistemi di abbattimento terziari, altri 66 grandi impianti potrebbero produrre ulteriori 1,1 miliardi di metri cubi d’acqua.