Uno studio dell’Università di Brescia e della Open University (Regno Unito) presentato alla British Academy of Management presso la Sussex University analizza i risultati di una survey condotta da Acque Bresciane SB su 246 soggetti nel 2021/2022 ed evidenzia le priorità dei vari portatori d’interesse
Chi sono e cosa interessa davvero in materia di sostenibilità agli stakeholders di Acque Bresciane SB? A questa domanda risponde uno studio pubblicato recentemente negli atti del convegno annuale della British Academy of Management, la principale conferenza universitaria che si occupa di management in Gran Bretagna.
Lo studio esamina le risposte fornite nel 2021/2022 in merito alla sostenibilità ambientale legata al servizio idrico da 246 soggetti fra i 14 e i 79 anni, il 46% dei quali è donna. L’obiettivo principale era definire la matrice di materialità, ovvero i temi prioritari per gli stakeholders, in relazione al report non finanziario della società. I risultati hanno però offerto anche la possibilità, grazie alla metodologia Q, di identificare quattro diversi profili di stakeholders e altrettanti punti di vista su quale sia il focus della sostenibilità.
Spiega Francesco Esposto, responsabile Sostenibilità e Innovazione di Acque Bresciane: "Abbiamo intrapreso un percorso di sostenibilità integrata attraverso l’ascolto e il confronto con i propri principali portatori di interesse fin dalla nostra nascita. Condividere le priorità e analizzarne gli impatti è un impegno consolidato oltre che indispensabile. Non solo, l’avvio del tavolo denominato ABCommunity ha consentito di coprogettare con 15 differenti soggetti la Giornata provinciale dell’acqua. Infine attraverso ricerche come questa possiamo migliorare, anno per anno, le nostre strategie e costruire con il territorio una sostenibilità condivisa e tangibile”.
Il gruppo più numeroso è rappresentato dagli “attivisti ambientali”, 79 intervistati molto sensibili ai temi ambientali in quanto tali, non necessariamente legati in modo specifico al settore idrico. Le voci più importanti per chi appartiene a questo profilo sono la riduzione di emissioni inquinanti e un reale impegno contro il riscaldamento globale. In questo caso il 60% sono donne e l’età media è attorno ai 35 anni.
Il secondo gruppo conta 47 soggetti, soprattutto dipendenti della società, che mettono al primo posto l’evitare comportamenti contrari all’etica e la costante attenzione alla sicurezza dei lavoratori. Fra questa categoria di intervistati prevale, per il 60%, il genere maschile e l’età media si avvicina ai 45 anni.
Il terzo profilo rappresenta le istanze degli utenti, con 32 soggetti che individuano in una buona relazione con i clienti il principale dovere della società. Per questo gruppo di stakeholders la sostenibilità in senso classico ha minore importanza, mentre è essenziale mandare fatture chiare e leggibili e rispondere velocemente alle richieste degli utenti.
Il quarto gruppo, che conta 22 intervistati, attribuisce pari importanza alla sostenibilità legata al servizio idrico e all’attenzione alle condizioni di lavoro. Nel dettaglio, le priorità individuate da questo profilo riguardano l’aumento dei volumi di acqua depurata e il mantenimento di un focus costante sulla sicurezza dei lavoratori.
Terzo e quarto gruppo vedono prevalere, al 65% circa, gli intervistati maschi, con un’età media che si discosta di poco fra le due categorie: 41 anni per la prima e 43 la seconda. Prevalenza di genere analoga fra i soggetti che non appartengono alle 4 tipologie precedenti, 66 persone per una percentuale del 26% del campione considerato.
In sostanza l’analisi evidenzia come i portatori d’interesse siano una realtà variegata, più che un gruppo omogeneo, con una polarizzazione verso alcuni aspetti sociali e politici della sostenibilità. Un passo in avanti negli studi sullo stakeholders engagement, che finora si sono limitati a sottolineare il coinvolgimento come pratica organizzativa per accrescere il valore delle società che lo praticano, senza approfondire la tipologia di istanze rappresentate.