Durante l'evento transnazionale hanno preso parte anche gli esperti del settore idrico di Albania e Montenegro.
Un evento per fare il punto e rilanciare il dibattito e la ricerca su tecnologie innovative, sostenibili ed efficienti da utilizzare nei processi di affinamento delle acque reflue per il riutilizzo in agricoltura. Si è svolto a Bari, presso il Palazzo di Acquedotto Pugliese, il workshop previsto dal Progetto CROSSWATER+, che vede l'azienda collaborare con le società di gestione idrica di Tirana e Montenegro.
All’evento hanno portato il proprio contributo manager e tecnici di AQP, Tirana Water and Sewerage Utility (UKT) e LLC Regional waterworks for Montenegrin Coast (RWMC), insieme a dirigenti dell’Istituto Superiore di Sanità, Regione Puglia, AIP, Cheam, Istituto di Ricerca sulle Acque (CNR-IRSA) e Acquedotto Lucano.
Nell‘ottica di uno sviluppo delle attività sostenibili e del potenziamento dell’economia circolare, si legge in una nota di AQP, il riuso in agricoltura delle acque reflue rappresenta infatti una risposta significativa alla scarsità di risorse idriche in tempi, come gli attuali, in cui la disponibilità di acqua potabile è sempre minore a causa della grave crisi climatica in atto.
Durante il workshop transnazionale, che si inserisce nel Programma INTERREG VI-A IPA CBC South Adriatic (Italia-Albania-Montenegro) 2021-2027, esperti, manager e tecnici si sono alternati con casi-studio e contributi mirati ad aspetti agronomici, tecnologici, biologici e socio-economici, mettendo in evidenza i benefici dell'uso delle acque reflue e le migliori pratiche adottate nel territorio pugliese.
Il primo impianto di depurazione gestito da AQP in grado di fornire acqua affinata, continua la nota, è stato quello di Ostuni nel 2009, a cui si sono aggiunti negli anni quelli Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte, Corsano, Gallipoli e Fasano-Forcatelle. Tutti insieme, in base alla domanda pervenuta, nel 2023 hanno fornito 1,16 milioni di metri cubi d’acqua per uso irriguo su un potenziale di quasi 10 milioni.
Già oggi, si legge, 36 impianti sono in grado di rilasciare acqua affinata per l’agricoltura per un totale di 50 milioni di metri cubi l’anno. Acquedotto Pugliese prevede un imponente piano di adeguamento di 74 depuratori, che porterà entro il 2028 a mettere a disposizione circa 160 milioni di metri cubi di acqua affinata all’anno per usi irrigui, civili e industriali.