Acque reflue, Hera: a Modena impianto per biomassa agricola da alghe

10 dic 2024
Il progetto permette di ridurre le concentrazioni di azoto e fosforo presenti nelle diverse fasi di depurazione e riutilizzarli per la coltivazione.

Valorizzare gli elementi nutrienti delle acque reflue trasformandoli in fertilizzanti e biostimolanti da utilizzare in agricoltura. È la sfida intrapresa dal Gruppo Hera a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, dove l'azienda ha inaugurato un impianto pilota per la coltivazione di alghe da cui ottenere biomassa per il settore agronomico.

In particolare, si legge in una nota del Gruppo, il progetto permette di ridurre le concentrazioni di azoto e fosforo presenti nelle diverse fasi di depurazione, come previsto dalla normativa, e allo stesso tempo di riutilizzarli per la coltivazione, generando così biomassa che, a seguito di ulteriori trattamenti, può diventare biostimolante naturale.

L’impianto pilota, spiega Hera, si presenta come una serra di 90 metri quadrati, installata nel perimetro del depuratore di San Cesario, infrastruttura con una portata annua di 600 mila metri cubi e idonea a ospitare la nuova tecnologia grazie alla presenza di ampi spazi. Qui il personale di Biosyntex, azienda di Imola impegnata nella selezione di ceppi algali e nella realizzazione di impianti pilota, isolerà dai campioni di acque reflue i ceppi idonei per la crescita in piccola scala di alghe.

La sperimentazione e le sue potenzialità sono state illustrate a Villa Boschetti dal Direttore Acqua del Gruppo Hera, Emidio Castelli, insieme ai partner del progetto, alla presenza del sindaco di San Cesario, Francesco Zuffi e di Giuseppe Bortone, Direttore generale Arpae. L’intero processo prevede la collaborazione con l’Università di Bologna attraverso un dottorato di ricerca, finanziato da Hera con fondi PNRR, e una professionalità specialistica in materia di biostimolanti all’interno della Comunità Europea.

"La domanda di biomassa algale per la produzione di biostimolanti è in crescita e la possibilità di produrla partendo dalle acque reflue di un depuratore è una nuova frontiera che stiamo esplorando. L'iniziativa si inserisce tra quelle per il recupero delle risorse e il riuso delle acque a fini agricoli e industriali previste dalle strategie aziendali", spiega Castelli.

"Esprimo soddisfazione nel vedere il territorio di San Cesario sul Panaro coinvolto in un progetto di valore come questo, che mette in relazione innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. In particolare, ritengo molto importante questa ricerca, non solo per le possibili applicazioni alla sostenibilità dei processi industriali, ma anche per il contributo in termini di circolarità dell’economia e dei fattori", interviene il sindaco Zuffi.