ANBI fa propria la denuncia dei Consorzi di bonifica dell’Isola, che annunciano un’immediata richiesta di confronto sulle possibili soluzioni con la nuova Presidente della Regione
In Sardegna, mentre in alcune zone agricole si sta uscendo dall’emergenza idrica, “si applicano restrizioni, lasciando colpevolmente scorrere acqua inutilizzata fino al mare”. È quanto afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), che fa propria la denuncia dei Consorzi di bonifica dell’Isola, che annunciano un’immediata richiesta di confronto sulle possibili soluzioni con la nuova Presidente della Regione.
Nella pianura del Campidano, il Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale ha dichiarato che l'irrigazione sarà limitata al 70% rispetto all'anno precedente.
“Ad Isili rischiamo di non poter nemmeno aprire la stagione irrigua. Eppure ci sarebbe la possibilità di trasferire la risorsa idrica attraverso l’interconnessione Tirso-Flumendosa, perchè dal lago Omodeo sul fiume Tirso si sta versando acqua in mare, mentre i bacini del sistema Flumendosa-Mulargia sono in grave sofferenza con 200 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2023” ha reso noto il Presidente dell’ente consortile, Efisio Perra.
Realizzare le necessarie infrastrutture ed efficientare quelle esistenti "deve essere un primo, doveroso obbiettivo della politica regionale per garantire acqua sia per l’uso potabile che per l’agricoltura, asse portante dell’intera economia della Sardegna” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
I dati più recenti – si legge nella nota - mostrano che nel mese di febbraio nei bacini della Sardegna erano presenti 1025 milioni di metri cubi d'acqua, corrispondenti a circa il 56,2% del volume di regolazione autorizzato. Ciò rappresenta un aumento di 67 milioni di metri cubi rispetto al mese precedente.
“Un passo in avanti dovuto solo a Madre Natura. Non possiamo, però, confidare solo nella clemenza del meteo per mettere in sicurezza il lavoro nelle campagne”, ha commentato Gavino Zirattu, Presidente di ANBI Sardegna.
Da circa gli anni '90, l'ente consorziale nella Sardegna centrale – si legge nella nota - ha promosso studi mirati a incrementare la disponibilità idrica proveniente dalla principale fonte della regione, ovvero il fiume Posada.
“C’è la necessità di un invaso, a monte di quello di Maccheronis, in corrispondenza della stretta di Abbaluchente, dove confluiscono il rio Mannu e il rio Posada. Il progetto definitivo del nuovo bacino è pronto dal 2004!”, ha spiegato Ambrogio Guiso, Presidente del Consorzio di bonifica Sardegna Centrale.
Nella Nurra, al Nord dell’Isola, "va realizzato il bacino sul rio Crabolu, tra Pozzomaggiore e Suni, dove potranno essere invasati circa 52 milioni di metri cubi d’acqua, completando così lo schema idrico nel NordOvest dell’Isola, un’ area tra le più penalizzate in termini di disponibilità della risorsa. Nella Giornata Mondiale dell’Acqua chiediamo alla prossima Giunta Regionale di assumersi la responsabilità di colmare il ritardo infrastrutturale, che la Sardegna patisce da oltre trent’anni in un comparto strategico per l’economia dei territori”, ha concluso il Presidente di ANBI Sardegna.