Il Presidente del GSE Paolo Arrigoni in occasione dell’audizione all’VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera del 6 settembre.
Alla luce degli impegni vincolanti sulle riduzioni annuali delle emissioni di gas serra, il settore edilizio presenta un enorme potenziale in termini di contributo alle stesse riduzioni nell’Unione Europea e risulta pertanto fondamentale sostenere l’efficientamento energetico degli edifici e una graduale sostituzione dell’uso dei combustibili fossili con le energie rinnovabili.
E' quanto ha dichiarato il Presidente del GSE, Paolo Arrigoni, durante l'audizione all’VIII Commissione della Camera sull’Indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia. Tra i principali strumenti di sostegno all’efficienza energetica degli edifici, affidati alla gestione del Gestore dei Servizi Energetici, c'è il meccanismo del Conto Termico. Questa misura attiva dal 2013 e che ha mostrato un importante trend di crescita nel corso degli anni, solo nel corso del 2022, ha consentito l’attivazione di oltre 520 milioni di euro di investimenti, la produzione di 130 ktep di energia termica da fonti rinnovabili, il risparmio di 65 ktep di consumi finali e la riduzione di oltre 190 migliaia di tonnellate di CO2 emesse in atmosfera, sostiene Arrigoni.
Il Conto Termico, compatibile con qualunque altra fonte di finanziamento pubblico, a patto che la somma dei contributi non superi il costo totale degli interventi, prevede l’erogazione di un contributo in conto capitale nel limite massimo del 65% delle spese ammissibili. Il tetto complessivo di spesa annua cumulata della misura è di 900 milioni di euro – inizialmente suddivisi in 200 milioni dedicati alle Pubbliche Amministrazioni e 700 milioni ai privati – che a partire dal 1° gennaio 2023, visto il crescente ricorso al meccanismo da parte di Comuni e Regioni, è stata modulata riservando 400 milioni di euro alle PA e 500 milioni ai privati, continua Arrigoni.
L’applicazione in questi anni dell’attuale meccanismo del CT, l’esperienza maturata dal GSE attraverso la gestione, nonché l’individuazione di vincoli e disposizioni dell’attuale disciplina, confliggenti talvolta con altre norme e prassi di mercato, hanno messo in luce la necessità di una revisione dello strumento anche al fine di accelerare le ristrutturazioni edilizie e l’elettrificazione dei consumi così da contribuire al raggiungimento degli obiettivi del PNIEC.
Proprio sull’importanza di un aggiornamento del Conto termico, Arrigoni ricorda che il Gestore dei Servizi Energetici ha da tempo intrapreso un’interlocuzione con il MASE per definire una proposta di revisione dello strumento orientata a semplificare e ampliare la platea degli interessati, ricomprendendo i privati del settore terziario e gli enti del Terzo Settore, ad oggi esclusi da qualsiasi meccanismo incentivante. Le modifiche suggerite riguarderanno, tra le altre, la revisione dei costi massimi ammissibili per alcuni specifici interventi, come quelli di trasformazione degli edifici esistenti in “edifici a energia quasi zero nZEB”, e la promozione di progetti multi intervento con ammissibilità di installazione di impianti fotovoltaici, accumuli, CER, punti di ricarica e allaccio alle reti di teleriscaldamento.