Le stime dell'ultima relazione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) sul mercato del gas
La richiesta mondiale di gas è destinata ad aumentare quest'anno, a causa delle temperature invernali più fredde e dei prezzi più contenuti, con le economie emergenti che guidano l’aumento dei consumi. Tuttavia i rischi geopolitici e le preoccupazioni legate all'offerta potrebbero causare una nuova instabilità nei prezzi. E' quanto emerge dall'ultima relazione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) sul mercato del gas.
Nel 2023, la domanda globale di gas è cresciuta solo dello 0,5%, con la Cina, il Nord America e i paesi ricchi di gas in Africa e Medio Oriente mostrando una crescita parziale, compensata da una diminuzione in altre regioni. Con la riduzione delle restrizioni legate alla pandemia e la ripresa dell'attività economica, la Cina è tornata ad essere il principale importatore mondiale di Gnl, anche se le importazioni cinesi di Gnl nel 2023 erano ancora al di sotto dei livelli del 2021. Nel complesso, la domanda di gas naturale è cresciuta del 7%.
Contrariamente a ciò, il consumo di gas naturale in Europa è diminuito del 7%, raggiungendo il livello più basso dal 1995. Questa riduzione è stata accentuata dalla rapida espansione delle energie rinnovabili e da una maggiore disponibilità di energia nucleare, che ha influito sulla domanda di gas naturale sia in Europa che nei mercati maturi dell'Asia, contribuendo a una diminuzione dei prezzi.
Nel 2024, è previsto un aumento del 2,5% nella domanda globale di gas, equivalente a 100 miliardi di metri cubi. Le previsioni indicano un clima invernale più freddo nel 2024 rispetto alle temperature insolitamente miti del 2023, probabilmente causando un aumento della domanda di riscaldamento nelle aree residenziali e commerciali. I prezzi del gas naturale hanno subito una drastica diminuzione dopo i massimi record registrati nel 2022, il che contribuisce anche alla ripresa della domanda di gas.
Nonostante i prezzi rimangano notevolmente superiori alle medie storiche, il rapporto suggerisce che la domanda nei settori industriali sensibili ai prezzi riprenderà la crescita. Nella produzione di energia, si prevede un aumento marginale dell'uso di gas, poiché il maggior consumo nelle regioni dell'Asia del Pacifico, del Nord America e del Medio Oriente sarà parzialmente compensato da una riduzione della domanda in Europa. Il rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (Aie) indica che, dal lato dell'offerta, la disponibilità di gas è rimasta relativamente limitata nel 2023, poiché l'incremento della produzione globale di gas naturale liquefatto (Gnl) è stato inferiore alle aspettative.
Pertanto, la crescita della produzione non è stata sufficiente a compensare il persistente declino delle forniture di gas russo verso l'Europa. La crescita dell'offerta è stata altamente concentrata geograficamente, con gli Stati Uniti che sono diventati il principale esportatore mondiale di gas naturale liquefatto (Gnl), rappresentando l'80% dell'offerta aggiuntiva di Gnl nel 2023.
Con l'offerta prevista nuovamente limitata nel 2024, si prevede che un modesto aumento della produzione globale di Gnl rallenterà la crescita della domanda, in particolare per l'Europa e i mercati maturi dell'Asia. Si prevede che quest'anno le forniture di Gnl cresceranno del 3,5%, ben al di sotto del tasso di crescita dell'8% registrato tra il 2016 e il 2020, poiché i ritardi nei nuovi impianti di liquefazione e i problemi relativi alla disponibilità di gas di alimentazione nei progetti esistenti potrebbero limitare la crescita dell'offerta fino al 2025. La domanda e la scarsità dell'offerta potrebbero contribuire in modo significativo alle fluttuazioni dei prezzi durante tutto l'anno.
Secondo il rapporto, le incertezze geopolitiche costituiranno il principale fattore di rischio per i mercati globali del gas nel 2024. Eventi come l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'acuirsi delle tensioni in Medio Oriente e le preoccupazioni per possibili interferenze deliberate con infrastrutture critiche, come gli oleodotti, potrebbero generare ulteriore volatilità.