La Presidente CIC Miccolis: "Necessario allineare i meccanismi di incentivazione e ottenere il supporto dei Comuni per aumentare la raccolta di rifiuti organici".
Per raggiungere gli obiettivi PNRR occorre valorizzare i sottoprodotti di origine agricola e la raccolta della frazione organica. A ciò si affianca la necessità di nuove misure per favorire l'accesso alla rete di distribuzione del biometano prodotto e incrementare il quantitativo di frazione organica raccolta.
Sono queste le linee guida per lo sviluppo della filiera del biometano in Italia tracciate dalla Piattaforma Tecnologica Nazionale del Biometano coordinata dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) e dal Consorzio Italiano Biogas (CIB) nel corso del convegno “Piattaforma Biometano - le prospettive e le azioni per lo sviluppo del biometano: PNRR e oltre”, svoltosi a Ecomondo.
L'evento, si legge in una nota del CIC e del CIB, ha messo in evidenza il ruolo delle infrastrutture e dei processi burocratici all’effettiva realizzazione degli impianti per la produzione di biometano ed è stato anche un'occasione per fare il punto sui risultati ottenuti dai bandi del progetto biometano previsto nel PNRR.
“Sono due gli strumenti, entrambi gestiti dal GSE, che in Italia sostengono lo sviluppo del Biometano: il DM 2018 e il DM 2022. Con il primo, con 170 impianti qualificati, che a regime garantiranno una produttività annua di oltre un miliardo di Smc, tutti destinati al settore dei trasporti, nel 2023, grazie agli impianti già entrati in esercizio, la produzione di biometano ha raggiunto i 332 milioni di Smc, sestuplicando il valore del 2019 di circa 51,7 milioni di Smc", ha commentato Paolo Arrigoni, Presidente del GSE.
"La seconda misura di stimolo, prevista dal PNRR, ha visto con le prime 4 procedure competitive l’ammissione di 278 progettualità, per una producibilità totale di altri 1,1 miliardi di Smc/anno, destinati per il 15% ai trasporti e per l'85% agli usi industriali. L'apertura della quinta procedura è prevista per il 18 novembre 2024”, ha aggiunto Arrigoni.
“Senza dubbio gli incentivi hanno un ruolo cruciale, per ammodernare gli impianti, crearne ex novo e sostenere gli investimenti ingenti per la produzione di energie rinnovabili da rifiuti e di biometano, ma chiediamo un allineamento dei meccanismi di incentivazione e di adeguamento inflazionistico, per garantire una concorrenza leale tra gli operatori. Sarà fondamentale il supporto dei Comuni, per aumentare la quantità di rifiuto organico prodotto”, ha dichiarato Lella Miccolis, presidente del CIC.
Secondo i dati del CIB, anche alla luce dello scenario delineato dai bandi del PNRR, il settore agricolo si conferma un importante motore della transizione ecologica del Paese. Se nel 2023 la produzione di biometano da impianti agricoli è stata di circa 600 milioni di metri cubi di biometano, al 2030 il settore potrà raggiungere oltre 6 miliardi di metri cubi.