Il Presidente Di Amato: "Transizione energetica possibile in tutte le geografie con un approccio graduale".
Anche nei Paesi con economia a base fossile cresce la consapevolezza dell'importanza della transizione energetica e dei benefici che può portare all'ambiente, all'economia e alla società. In Azerbaigian, il 55% degli intervistati la considera una priorità, rispetto al 39% degli intervistati in Kazakistan.
È quanto emerge dalla ricerca di Fondazione MAIRE-ETS, che in occasione di COP29 lancia la seconda edizione dello studio condotto in collaborazione con IPSOS, dal titolo "Climate goals: winning the challenge of climate goals through the creation of skills and competences worldwide. Addendum 1: focus Azerbaijan – Kazakhstan".
L'edizione 2024 aggiunge Azerbaigian e Kazakistan, portando il panel totale a 12 Paesi (Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, KSA, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Cile, Cina, India, Azerbaigian, Kazakistan) con 2000 interviste rivolte a un campione di popolazione altamente istruita e agli opinion leader.
Più nel dettaglio, i risultati suggeriscono che in Azerbaigian il 96% degli intervistati abbia almeno sentito parlare della transizione energetica, contro il 93% in Kazakistan. Il 39% in Kazakhstan e il 55% in Azerbaigian hanno dichiarato che la transizione energetica è una priorità, in linea con i paesi europei (e quasi uguale all'Italia), dietro a India, Turchia e Cina (65-70%).
Il processo di transizione energetica, si legge nello studio, richiede una sostanziale riqualificazione della forza lavoro sia in Azerbaigian che in Kazakistan. La formazione e l'aggiornamento delle competenze sono fondamentali sia in Kazakistan che in Azerbaigian per oltre l'80% degli intervistati. In particolare, gli intervistati del Kazakistan hanno dichiarato che la soft skill più richiesta sia il pensiero critico (68%) e che la presenza di professionisti qualificati dovrebbe essere aumentata (82%).
In Kazakistan, con le sue vaste risorse naturali e le infrastrutture energetiche esistenti, l'attenzione è rivolta, informa MAIRE-ETS, soprattutto all'analisi e alla valutazione dell'impatto ambientale. In Azerbaigian, dove l'enfasi sulla diversificazione del settore energetico è sempre maggiore, lo sviluppo di competenze in materia di energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili è, secondo la Fondazione, fondamentale per la transizione del Paese verso un mix energetico più sostenibile.
"I risultati di questo studio su Azerbaigian e Kazakistan dimostrano che la transizione energetica è possibile in tutte le geografie con un approccio graduale, al quale contribuiscono tutte le soluzioni tecnologiche disponibili, tra cui anche il gas decarbonizzato. Spero che l'impegno della nostra Fondazione acceleri l’adozione di politiche pubbliche per implementare la formazione di competenze indispensabili a sostenere questo cambio di paradigma", ha commentato Fabrizio Di Amato, Presidente di Fondazione MAIRE e del gruppo MAIRE.