Per il Centro Studi per il Cambiamento Climatico, i dati evidenziano l'importanza della manutenzione delle reti infrastrutturali, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture stradali, al fine di renderle resilienti agli impatti del cambiamento climatico
I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto sempre più evidente sulla nostra quotidianità, influenzando in modo significativo diversi settori, tra cui le infrastrutture di trasporto. È quanto emerge dai dati del Centro Studi per il Cambiamento Climatico, promosso da Greenway Group ed Ecogest.
Il Centro Studi sui Cambiamenti Climatici (CSCC) ha condotto un'analisi dettagliata della situazione in Sicilia, mettendo in luce i significativi cambiamenti nei modelli di temperatura e precipitazione. Questi cambiamenti si aggiungono alle vulnerabilità già presenti nella struttura della rete intermodale dei trasporti, caratterizzata da errori di progettazione, l'impiego di materiali spesso non adatti, mancanza di manutenzione e l'anzianità delle infrastrutture. A ciò si aggiunge un pesante carico di traffico, con poche alternative sostenibili al trasporto su gomma, si legge nella nota.
In Sicilia, si è registrato un aumento dei fenomeni meteorologici estremi, con circa 175 eventi verificatisi negli ultimi anni, corrispondenti a più di uno al mese, una media superiore rispetto ad altre regioni italiane. Solo nel 2022, si legge nella nota, sono stati registrati 25 di questi eventi. Tra periodi di siccità prolungata, ondate di calore sempre più intense e fenomeni di pioggia estrema, come le alluvioni improvvise, si osservano cambiamenti repentini negli strati fertili del suolo e nell'ecosistema dell'isola.
“In Sicilia il progressivo processo di riscaldamento è tra i più evidenti non solo in Italia. Si tratta di un’area caratterizzata dal clima mediterraneo che, a causa delle problematiche legate al cambiamento climatico, rischia la desertificazione del 70% del suo territorio. È necessario che dalla diagnosi si passi alla cura in maniera rapida attraverso l’innovazione scientifica e tecnica, e, soprattutto, affidandosi all’esperienza ed al know how di quanti, da tempo, hanno intuito i rischi insiti nel cambiamento climatico, studiandone non solo effetti, ma anche soluzioni efficaci per un’emergenza globale di tale portata”, ha dichiarato Valerio Molinari, presidente del CSCC e azionista di riferimento di Ecogest.
Nella Sicilia orientale, si sono verificati 44 eventi gravi, tra cui 21 alluvioni e 9 casi di danni alle infrastrutture a causa di piogge torrenziali. A Palermo, sono stati registrati 21 eventi gravi, di cui 11 alluvioni causate da piogge torrenziali. Lungo la costa agrigentina, si sono contati 42 eventi, di cui 32 ad Agrigento, con 15 casi di allagamenti dovuti a piogge intense e 4 casi di esondazione di fiumi a Sciacca. Questi dati evidenziano l'accentuarsi degli effetti dei cambiamenti climatici, con un aumento della frequenza e dell'intensità dei fenomeni estremi che supera molte previsioni, si legge nella nota.
Inoltre, è previsto che eventi estremi come i tornado diventino sempre più frequenti a causa della posizione geografica della Sicilia, situata tra i fronti atmosferici africani ed europei che sono in continuo e costante contatto. Durante i periodi di caldo prolungato, l'evaporazione dal mare aumenta e l'acqua si condensa nell'atmosfera, causando precipitazioni intense e rapide, noti come "bombe d'acqua".
Anche l'innalzamento del livello del mare nella regione suscita preoccupazione, evidenzia la nota, registrando un aumento di circa +2,8 mm all'anno dagli anni '90, il quale ha contribuito all'erosione delle coste. Le proiezioni per il periodo 2021-2050 indicano un ulteriore aumento della temperatura superficiale delle acque marine costiere della Sicilia, compreso tra 1,2°C e 1,3°C, oltre a un significativo innalzamento del livello del mare di circa 7 cm.
Per quanto concerne il dissesto idrogeologico, la Sicilia presenta circa 394,6 km2 di aree classificate come zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, che rappresentano circa l'1,5% della superficie totale dell'isola. Inoltre, oltre il 90% dei comuni siciliani (360 su 390) sono interessati dal rischio di frana e dal rischio idraulico moderato, coinvolgendo un'area di circa 747,5 km2.
I dati evidenziano l'importanza della manutenzione delle reti infrastrutturali, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture stradali, al fine di renderle resilienti agli impatti del cambiamento climatico.
“Tra le soluzioni potremmo pensare, per l’esempio, a piante ed alberi autoctoni nei nuovi impianti, razionalizzazione e adeguamento della pianificazione degli interventi di manutenzione, applicazione di nuove tecnologie di studio e controllo alla manutenzione del verde, a partire dai droni e dal monitoraggio continuo dello stato della vegetazione”, ha aggiunto Valerio Molinari.