Con una maggioranza di 16 voti contro 1, la Corte ha deliberato una violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo
Per la prima volta la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha emesso una condanna nei confronti di uno Stato, la Svizzera, per violazione della Convenzione sui diritti dell'uomo. La sentenza è stata pronunciata a seguito di una denuncia presentata da un'associazione di donne anziane che ha sollevato critiche riguardo all'inerzia del Paese di fronte ai cambiamenti climatici. Questa decisione rappresenta la prima volta in cui la Corte condanna uno Stato per la sua mancanza di azioni concrete nella lotta al cambiamento climatico.
Con una maggioranza di 16 voti contro 1, la Corte ha deliberato una violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che sancisce il diritto a una tutela adeguata da parte delle autorità statali contro i gravi impatti dannosi dei cambiamenti climatici sulla vita, sulla salute, sul benessere e sulla qualità della vita.
Il caso è stato sollevato dall'associazione "Anziani per la protezione del clima", composta da circa 2500 donne svizzere con un'età media di 73 anni, insieme a quattro dei suoi membri che hanno anche avanzato richieste individuali. La Corte ha riconosciuto che l'associazione era legittimata a presentare il caso a nome di coloro che sostenevano che il cambiamento climatico minacciasse le loro condizioni di vita e la loro salute.
Per quanto riguarda i quattro ricorrenti individuali, la Corte ha ritenuto che non soddisfacessero i criteri relativi allo status di vittime e ha pertanto dichiarato i loro ricorsi irricevibili.