Clima, Coldiretti: necessario Piano invasi per emergenza acqua

03 dic 2024
Nel rapporto in collaborazione con Censis emerge la crescente consapevolezza degli italiani: l'89% considera l'acqua una priorità.

Un piano invasi con pompaggio per raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per usi civili, produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica. È la proposta di Coldiretti in risposta alla crisi climatica, rilanciata in occasione della diffusione del rapporto in collaborazione con Censis diffuso al Forum dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Roma.

La sua realizzazione consentirebbe di garantire acqua nei periodi di siccità ma anche di limitare l'impatto sul terreno di piogge e acquazzoni. Il  progetto, si legge, è immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo: i laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità.

Nel documento emerge che l'89% degli italiani ritiene prioritario un piano di gestione della risorsa idrica per fronteggiare l'emergenza e ridurre il rischio di alluvioni e catastrofi naturali. Le recenti catastrofi in Emilia Romagna e a Valencia, si legge, hanno infatti trasmesso alla società italiana una percezione dolorosa dell'urgenza climatica, rinforzando la consapevolezza del rischio.

Nel 2024, secondo l'analisi, gli effetti dei cambiamenti climatici hanno causato danni al settore agricolo per 8,5 miliardi, tra la siccità nel Meridione e il maltempo al Nord. Nel dettaglio, la siccità ha bruciato un campo di grano duro per la pasta su 5, con punte di calo del 40/50% al Sud. In calo dell'8% anche la produzione di grano tenero per il pane e del 32% l'olio extravergine d'oliva. Anche la produzione di vino ha risentito degli effetti del cambiamento climatico, con una riduzione del 13% rispetto alla media produttiva degli ultimi anni.

Ai danni della siccità si aggiungono quelli del maltempo, che ha colpito diverse colture a partire dal riso. Nonostante l'aumento delle superfici coltivate, spiega il rapporto, ci si attende un calo significativo delle produzioni, anche su mais, soia e nocciole.