Secondo le stime dei revisori di Lussemburgo, sono disponibili 18,8 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, ma dispersi tra più programmi
L'Italia è tra i Paesi con un potenziale "elevato o buono" per produrre energia verde "in eccedenza", che potrebbe essere trasformata in idrogeno pulito. Ma insieme a Germania, Francia e Spagna, concentra anche molti siti industriali difficili da decarbonizzare. E non necessariamente in questi Paesi c'è un potenziale per trasformare le rinnovabili in idrogeno.
Sono le osservazioni dell'ultima relazione della Corte dei conti europea dedicata all'idrogeno verde, secondo cui l'Unione europea nel complesso "è riuscita solo in parte a porre le basi per il mercato emergente dell'idrogeno rinnovabile" ed è "improbabile che l'Ue raggiunga gli obiettivi per il 2030".
Attraverso il piano RePowerEu, Bruxelles ha fissato l'obiettivo di produrre almeno 10 milioni di tonnellate all'anno di idrogeno rinnovabile a livello nazionale, e importarne altrettanti entro il 2030, per un totale di 20 milioni. L'Italia, con poco più di 3 miliardi di euro, è il Paese in Ue che ha assegnato più fondi per progetti sull'idrogeno attraverso il piano nazionale di ripresa e resilienza, compreso il piano RePowerEu.
Secondo le stime dei revisori di Lussemburgo, sono disponibili 18,8 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, ma dispersi tra più programmi, per cui "per le imprese è difficile scegliere il tipo di finanziamento più adatto ad uno specifico progetto". Nella relazione, la Corte raccomanda alla Commissione europea di aggiornare la strategia per l'idrogeno, calibrando gli incentivi sul mercato per la produzione e l'uso dell'idrogeno rinnovabile; stabilendo un ordine di priorità su quali parti della catena del valore investire; considerare quali industrie l'Ue vuole mantenere e a quale prezzo.