Il 44% degli intervistati non ha dati sulle emissioni, il 46% sulle prestazioni di impianti e macchinari e il 30% sul consumo energetico.
La digitalizzazione favorisce la creazione di infrastrutture più sostenibili: in particolare, i dati hanno un ruolo cruciale nel guidare le decisioni verso il raggiungimento del net zero. Ad evidenziarlo è il nuovo rapporto di Siemens, dal titolo “Digital Transformation, Sustainable Returns: The New Pathway of Infrastructure”.
Il documento si basa su un'indagine condotta su 650 figure apicali aziendali ed esplora come la digitalizzazione possa essere implementata per accelerare la decarbonizzazione e trasformare le infrastrutture mondiali, in particolare nei settori dell'energia, degli edifici e delle attività industriali.
Nel dettaglio, i risultati evidenziano come le smart infrastructure consentano la decarbonizzazione, l'efficienza delle risorse e la cooperazione per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Tuttavia, si legge, nonostante i notevoli progressi compiuti negli ultimi anni esiste ancora un immenso potenziale non ancora sfruttato, soprattutto per quanto riguarda le operazioni data driven.
"La digitalizzazione è un potente strumento di sostenibilità e la decarbonizzazione degli edifici, delle reti e delle infrastrutture è effettivamente attuabile. Ad esempio, con l'IoT che abbassa il costo delle tecnologie per gli edifici intelligenti, possiamo collegare i sistemi, ridurre l'uso di energia e ottenere enormi risparmi. Per raggiungere gli obiettivi climatici dobbiamo sfruttare le tecnologie digitali come l'AI e l'IoT in modo più trasformativo", ha dichiarato Thomas Kiessling, CTO di Siemens.
Sebbene il 54% degli intervistati consideri la propria organizzazione matura o avanzata nella gestione delle attività basate sui dati, la ricerca evidenzia che la disponibilità di dati rappresenta una delle principali sfide alla decarbonizzazione. In aree chiave per migliorare decarbonizzazione ed efficienza delle risorse, una quota significativa dichiara di disporre di pochi o nessun dato: il 44% non ha dati sulle emissioni, il 46% sulle prestazioni di impianti e macchinari e il 30% sul consumo energetico.
Gli intervistati segnalano difficoltà nell’utilizzo efficace dei dati disponibili, attribuibili alle limitate capacità organizzative di integrare, gestire e analizzare informazioni provenienti da diverse fonti. È ampiamente riconosciuta l’esigenza per le organizzazioni di incrementare il volume, migliorare la qualità e garantire una maggiore accessibilità ai dati. In base ai risultati, si prevede che la tecnologia che avrà l'impatto più positivo sulla decarbonizzazione e sull'efficienza delle risorse sarà l'IA.