La nuova tecnologia, meno costosa degli strumenti tradizionali, consente di prevenire gli effetti del cambiamento climatico
Droni, sensori di ultima generazione ed Intelligenza Artificiale per monitorare corsi d’acqua difficili da raggiungere, incrementando gli strumenti per contrastare il dissesto idrogeologico e prevenire le conseguenze di eventi estremi, frutto della nuova condizione climatica.
È questo l'obiettivo della collaborazione tra l’Associazione Irrigazione Est Sesia (A.I.E.S.) ed il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), finalizzata a portare in Italia il progetto europeo UAWOS (Unmanned Airborne Water Observing System), un innovativo sistema di monitoraggio dei fiumi, la cui sperimentazione ha già coinvolto Alaska, Benin, Nigeria, Germania e Svezia.
Il progetto UAWOS, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, sviluppa una tecnologia da due o tre volte meno costosa dei tradizionali sistemi di osservazione di “rilevamento idrometrico aereo e senza contatto”, grazie a droni comandati da remoto e che raccolgono grandi quantità di dati sui corsi d’acqua. Gli strumenti, equipaggiati con sensori, sono in grado di rilevare la batimetria, la velocità superficiale dell'acqua e l'altezza del “pelo libero”, soprattutto di corpi idrici difficili da raggiungere o il cui monitoraggio è economicamente dispendioso.
“Si tratta di un progetto che impiega l’innovazione tecnologica per prevenire gli effetti del cambiamento climatico e del dissesto idrogeologico. Sempre più spesso ci troviamo ad affrontare eventi, che pochi anni fa si ritenevano eccezionali: dall’estrema siccità del 2022 fino alle alluvioni, che hanno colpito il Piemonte anche recentemente. Questo progetto ci consentirà di migliorare e perfezionare le attività di monitoraggio sul reticolo irriguo a tutela del territorio e dei suoi abitanti”, spiega Mario Fossati, Direttore Generale di A.I.E.S.
Tra i casi di studio previsti in Europa il progetto ha anche inserito l’area del fiume Po nei pressi di Settimo Torinese e Chivasso, nonché la parte terminale dell’Orco, oltre ad un’altra sperimentazione sull’Adige.