ENERGY RESET: LA PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE DEL PAESE NEI PROSSIMI 10 ANNI VA RADDOPPIATA

18 mag 2023
È necessario un reset per realizzare la transizione energetica. I risultati delle analisi EY presentati in occasione dell’EY Energy Summit 2023 - Energy reset
  • 25% l’attuale peso della CO2 sul prezzo finale di dove si produce energia (Centrali termoelettrica a ciclo combinato o CCGT) a causa dell’aumento di oltre 10 volte dei costi della CO2 rispetto a 10 anni fa.
  • Si stima che i consumi di energia elettrica aumenteranno di 50 TWh per via dello switch a veicoli elettrici dovuto allo stop europeo al 2035 per auto a benzina e diesel. Il consumo in più per i veicoli elettrici sarà pari al 15-20% dell’attuale la domanda di energia elettrica in Italia.
  • Solo 4 su 10 vedono un impegno concreto dei player del settore energetico: la fiducia dei consumatori vacilla visti anche i prezzi dell’energia in forte oscillazione (+1100% negli ultimi due anni per poi ridursi a solo un 300).

 

Roma, 18 maggio 2023. Nuovi modelli di business e accelerazione verso la transizione energetica, con la fiducia dei consumatori al centro: queste le sfide che caratterizzano l’attuale panorama energetico e da affrontare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Questi anche i temi principali al centro dell’EY Energy Summit 2023 – Energy Reset che si svolge oggi a Roma alla presenza di rappresentanti del mondo istituzionale e delle imprese.

In apertura del summit, Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West, dichiara: “La transizione energetica, con le sue profonde implicazioni economiche e sociali, ha portato a un ripensamento completo dei modelli di business. Il nostro Paese sta portando avanti un percorso positivo per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di efficienza energetica per il 2030 così come le nostre aziende che hanno saputo ancora una volta navigare nella non linearità, rivedendo il loro mix energetico in anticipo rispetto alle aspettative. Tutto questo cercando di non perdere la fiducia dei consumatori, fondamentale per un’implementazione di successo della transizione e continuando a investire in competenze per far sì che il mondo del lavoro risponda alle esigenze del mercato”.

 

Fermo restando che il settore dell’energia ha sempre vissuto una certa volatilità, il comparto sta subendo un forte shock per via degli impatti delle tensioni geopolitiche che potrebbero avere degli effetti anche nel medio-lungo termine.

A questo proposito, Sergio Nicolini, EMEIA Energy Sector Leader di EY, aggiunge: Nei prossimi dieci anni le interconnessioni nelle reti elettriche europee dovranno triplicare, le pompe di calore installate nel mondo dovranno quadruplicare e la capacità mondiale installata di energia solare aumentare di otto volte. Questi numeri ci danno l’idea della magnitudine esponenziale del cambiamento che stiamo affrontando. Per vincere la sfida è necessario che la filiera allargata dell’energia, che abilita il percorso dalle nuove fonti distribuite fino al consumatore, collabori a partire dalla pianificazione dei programmi, fino all’esecuzione e alla gestione operativa”.

 

Reset energetico: discontinuità e opportunità per il Paese

Vari fattori hanno reso quindi lo scenario energetico nazionale oggetto di una dirompente discontinuità. L’interruzione delle forniture di gas dalla Russia ha reso necessaria una diversificazione delle fonti di importazioni dal momento che l’Italia dipendeva per il 40% dalla fornitura di questa fonte energetica russa. L’individuazione di alternative da mettere in campo e i relativi investimenti non possono che essere orientati verso soluzioni strategiche, economicamente sostenibili ed efficienti nel breve-medio e lungo termine.

 

Analizzando l’andamento dei prezzi dell’energia degli ultimi anni, si osserva una volatilità dei prezzi delle materie prime che continua a rappresentare un elemento di criticità. Per esempio, i costi delle quote di CO2 sono aumentati di oltre 10 volte negli ultimi 10 anni (circa 90 €/ton previsti per il 2023 rispetto a valori inferiori a 9€/ton nel 2012) e questo ha cambiato il DNA del business e ha impattato la competitività relativa delle tecnologie di produzione elettrica. L’aumento del costo della CO2, unito al costo del gas ha praticamente raddoppiato il prezzo a cui il sistema può fornire l’energia elettrica secondo le regole attuali del mercato elettrico, essendo gli impianti a gas i price maker.

 

Questi elementi, assieme allo stop europeo entro il 2035 ai combustibili fossili nei trasporti o ancora all’incremento degli obiettivi nazionali di produzione delle fonti di energie rinnovabili, hanno portato non solo a un ridimensionamento degli equilibri attuali, ma anche a un necessario cambio di rotta nelle soluzioni green. Infatti, secondo le stime EY, per raggiungere i target prefissati sulle energie rinnovabili, nei prossimi 10 anni è necessario ambire a un ritmo di nuove installazioni che consenta un incremento di produzione più che doppio rispetto a quanto fatto negli ultimi 10 anni.