Secondo il rapporto, quasi la metà delle riduzioni di emissioni richieste sono ottenibili con tecnologie commercialmente valide oggi, come l'IA.
Per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 serviranno circa 30 trilioni di dollari in investimenti aggiuntivi. È quanto emerge dal Net Zero Industry Tracker, prodotto dal World Economic Forum in collaborazione con Accenture, sugli sforzi compiuti dalle industrie per arrivare all'obiettivo della neutralità carbonica.
Secondo il rapporto del Wef, quasi la metà delle riduzioni di emissioni richieste sono ottenibili con tecnologie commercialmente valide oggi, come l'intelligenza artificiale, che presentano però anche rischi di una maggiore concorrenza energetica.
Nel dettaglio, il documento illustra i progressi nella transizione energetica in otto settori in cui la riduzione delle emissioni è particolarmente difficile (acciaio, alluminio, cemento, prodotti chimici primari, petrolio e gas, aviazione, trasporti marittimi e autotrasporti), che insieme rappresentano quasi il 40% delle emissioni globali.
Secondo il Tracker, le emissioni assolute negli otto settori sono diminuite dello 0,9% lo scorso anno, mentre le emissioni globali sono aumentate dell'1,3%. Dei 30 trilioni di investimenti aggiuntivi, si legge, 13 dovrebbero essere sotto forma di finanziamenti diretti dalle industrie oggetto delle studio e 17 trilioni provenire dall'ecosistema più ampio, come i fornitori di energia di queste industrie.
"Sebbene ci sia ancora molta strada da fare, è incoraggiante vedere che i settori difficili da ridurre stanno facendo passi da gigante nella riduzione delle emissioni, il che indica che stanno investendo nella transizione energetica. Raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 richiederà una collaborazione senza precedenti e innovazione finanziaria tra i settori per raccogliere il capitale necessario. Tuttavia, possediamo già molte delle tecnologie e dei quadri politici per agire ora", ha affermato Roberto Bocca, responsabile del Centre for Energy and Materials del Wef.
Il rapporto evidenzia inoltre le principali barriere alla riduzione delle emissioni in questi settori, tra cui alti tassi di interesse, incertezze politiche, restrizioni commerciali e disponibilità limitata di nuove tecnologie di energia pulita.
Occorre, si legge, concentrare investimenti significativi sullo sviluppo di infrastrutture per energia a basse emissioni di carbonio, idrogeno, cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio: mentre lo sviluppo di infrastrutture per l'energia a basse emissioni di carbonio è stato incoraggiante, l'infrastruttura per l'idrogeno e la cattura e il sequestro del carbonio attualmente soddisfa meno dell'1% dei requisiti del settore.