ENEA: nel primo semestre rinnovabili +25%, -6% CO2

19 set 2024
Emissioni in calo ma cresce la dipendenza dalle importazioni di tecnologie low carbon.

Aumento record delle fonti rinnovabili (+25%), forte diminuzione delle emissioni di CO2 (-6% contro -4% dell'Eurozona), minimo storico per il contributo delle fonti fossili (38%) nella produzione di energia elettrica (10 punti in meno rispetto al dato precedente). È quanto emerge dall'analisi Enea del sistema energetico nazionale per il primo semestre 2024, che evidenzia anche un nuovo calo dei consumi (-2%).

Per quanto riguarda il consumo di fonti fossili, si registrano contrazioni sia per il carbone (-60% contro -24% dell'Eurozona) che per il gas naturale (-5% contro -4%). Dall'analisi emerge un insieme di difficoltà per la transizione energetica italiana, tra decarbonizzazione ancora insufficiente e problemi di competitività dell'industria nazionale. In questo contesto, l'indice Enea ISPRED registra un leggero miglioramento, ma rimane sempre vicino ai minimi storici: in particolare, si collocano su livelli molto bassi i valori relativi a due componenti dell'indice, decarbonizzazione e prezzi e competitività.

In miglioramento, invece, la terza componente, sicurezza energetica, grazie alla riduzione della domanda di energia che ha coinvolto soprattutto i settori elettricità e gas. Quanto ai prezzi di elettricità e gas per famiglie e imprese, continua l'analisi, pur continuando a scendere sono rimasti al di sopra delle medie di lungo periodo, con una differenza ancora ampia tra i prezzi della Borsa elettrica italiana e quelli dei principali mercati europei (nel II trimestre il prezzo medio italiano è salito a oltre il doppio della media di Germania, Francia e Spagna). Inoltre, uno specifico focus dell'analisi evidenza un nuovo peggioramento della competitività italiana nelle tecnologie energetiche per la decarbonizzazione.

La dipendenza dalle importazioni di tecnologie low carbon, infatti, risulta in costante aumento dal 2017, con un valore pari allo 0,34% del Pil nel 2023 e sbilanciamenti particolarmente significativi per fotovoltaico (deficit pari a -2 miliardi di euro), accumulatori (-3 miliardi, il triplo di due anni fa) e veicoli a basse emissioni (-2 miliardi). Segno positivo solo per solare termico ed elettrolizzatori, che hanno però un peso marginale nel saldo complessivo.