Energia, ISPRA: in Italia fabbisogno per unità di PIL -23,4% dal 2005

03 ott 2024
Sul fronte delle fonti rinnovabili, l'Italia è seconda solo alla Svezia tra i principali Paesi Europei in termini di quota di consumo interno lordo di energia.

Dal 2005 al 2022, in Italia cresce l'efficienza energetica ed economica e progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale. Il fabbisogno di energia per unità di PIL si riduce del 23,4%, mentre le emissioni di gas serra per unità di PIL si riducono del 32%.

È quanto emerge dagli indicatori energetici ed economici in relazione alle emissioni di gas a effetto serra e al consumo di energia nell’edizione 2024 del Rapporto ISPRA “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries”.

Analogamente, diminuiscono dal 2005 le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: -7,8% per l’agricoltura, -10,4% per l’industria e -22,6% per i servizi. Sul fronte delle fonti rinnovabili l’Italia è seconda solo alla Svezia tra i principali Paesi Europei, in termini di quota di consumo interno lordo di energia da fonti rinnovabili. La quota nazionale di energia rinnovabile rispetto al consumo interno lordo è pari a 19% nel 2022, mentre la media Europea è pari a 18,4%. D’altra parte, l’obiettivo delle fonti rinnovabili, calcolato sul consumo finale, vede l’Italia al 19,1% rispetto alla media europea del 23%.

L’intensità energetica, espressa in termini di consumo interno lordo di energia per unità di PIL, è tra le più basse nei principali Paesi europei, 83,5 Tonnellate Equivalenti Petrolio (tep) contro 98,3 tep dei 27 Paesi dell’Unione Europea nel 2022. Le emissioni di gas serra nazionali per unità di consumo interno lordo di energia sono più elevate della media europea (2,79 tonnellate di CO2 equivalente per tep), contro 2,49 dei Paesi UE, grazie all’apporto di una quota di energia di origine nucleare ancora presente in Europa.

Il consumo di energia finale e le emissioni di gas serra per unità di ricchezza prodotta dal settore, collocano l’Italia tra i paesi con i valori più bassi dei 27 Stati Europei (213,5 tCO2/M€ a fronte di una media EU27 di 234,9 tCO2/M€). Diversa, invece, la situazione dei settori terziario e residenziale, dove si registrano in Italia emissioni per unità di ricchezza prodotta superiori alla media EU (18,2 tCO2eq/M€ contro 12,6 tCO2eq/M€ nel terziario; 25,6 tCO2eq/M€ contro 21,4 tCO2eq/M€ nel residenziale).

Nel settore dei trasporti le emissioni di gas serra nazionali per unità di ricchezza prodotta sono superiori alla media UE (61,9 tCO2eq/M€ contro 58,3 tCO2eq/M€). Inoltre, le emissioni pro-capite e per unità di PIL delle autovetture in Italia sono più elevate della media europea (1,09 contro 1,01 t CO2eq/ab. e 36,2 contro 32,8 t CO2eq/M€).