Al 48° Convegno ANIMP la firma di due accordi internazionali su desalinizzazione, e focus su rinnovabili e sulle nuove direttrici per Oil&Gas.
Impianti industriali al servizio dello sviluppo sostenibile sempre più determinanti per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. E’ questa la traiettoria tracciata dalle aziende italiane del settore (Una filiera da 10.000 aziende, con 630 mila addetti che rappresentano oltre l’11 per cento del PIL), riunite a Roma nella “due giorni” del 14-15 settembre 2023 in occasione del cinquantenario dell’Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale ANIMP (Auditorium della Tecnica, nella sede di Confindustria, di cui ANIMP è Associata).
Con l'occasione l’International Desalination Association (IDA), Supporting Association Partner del Congresso, e la Saline Water Conversion Corporation (SWCC), hanno siglato due protocolli d'intesa in base ai quali le aziende italiane rafforzeranno sempre più la cooperazione per lo sviluppo industriale degli impianti, soprattutto per il settore l’acqua.
Come sottolinea una nota, in numerose aree del Pianeta, infatti, sono italiani i sistemi e gli impianti di desalinizzazione, essenziali per consentire la vita in alcuni territori dove l’acqua dolce è particolarmente difficile da reperire, a partire da Dubai e Abu Dhabi.
Per dare una dimensione più netta della filiera e del contributo che l’impiantistica italiana dà allo sviluppo del sistema Italia, l’Ufficio Studi Sace (Servizi Assicurativi per il Commercio Estero) registra che il nostro Paese è tra i primi esportatori europei di beni a basse emissioni di carbonio, con 32 miliardi di dollari di beni esportati, soprattutto nei comparti della meccanica strumentale e degli apparecchi elettrici, si legge nella nota. E le previsioni dell’Ufficio Studi SACE, prevedono che il valore delle vendite oltreconfine di beni ambientali aumenterà quest’anno del 9,3% e il prossimo del 9,7%, per poi accelerare a circa il 14% all’anno in media nel biennio successivo, soprattutto verso Stati Uniti, ma anche Arabia Saudita, Qatar, Indonesia, oltre al contesto europeo.
"I Paesi del Nord Africa e Medio Oriente possono svolgere un ruolo importante nella sicurezza energetica dell’Europa. Queste regioni dispongono di abbondanti risorse di energia rinnovabile, come l’energia solare e l’eolica, e potrebbero diventare grossi produttori di idrogeno verde ed energia rinnovabile", si legge nella nota.