Fiume Po, la disponibilità idrica è ai massimi storici

29 lug 2024
Confermate le aspettative di fine primavera con picchi di abbondanza nel Grande Fiume, nei Grandi Laghi alpini e negli affluenti

Rispetto al periodo 1991-2020, il fiume Po ha fatto registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro valori massimi di portata media mensile nei mesi di marzo e giugno (rispettivamente di 3.174 e 2.926 m3/s) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio.

Sono questi i dati relativi all’andamento della disponibilità idrica del distretto, analizzati in occasione dell’incontro dello scorso 24 luglio tra l’Autorità Distrettuale del Fiume Po e l’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici del Distretto, con la presenza di partner istituzionali e portatori di interesse.

Soltanto due anni fa, il 24 luglio 2022, il fiume Po registrava invece la più bassa portata media giornaliera di sempre, pari a 114 m3/s. Come più volte ricordato nell’ultimo periodo soprattutto – ha rimarcato il responsabile dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell’Autorità di Bacino Distrettuale Francesco  Tornatore – il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico, ossia un’area caratterizzata da un alto grado di indeterminatezza previsionale che genera incertezza sugli sviluppi futuri del clima e dove si registrerà una variazione significativa del regime piovoso con un aumento degli eventi idrometeorologici estremi”.

Fino ad oggi, le precipitazioni sono state del tutto abbondanti e in alcuni casi di particolare intensità, soprattutto sui rilievi alpini, anche distruttive e causa di piene che hanno causato frane alluvionali. Solo i territori della Romagna, colpiti dall’alluvione del 2023, in questo inizio 2024 stanno riscontrando apporti pluviometrici leggermente sotto la media per il periodo di riferimento.

Anche i livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici per il periodo, come nel caso del Lago di Garda, ora ad un livello di riempimento pari al 90%, del Lago Maggiore (102,3%), del Lago di Iseo (95,7%), del Lago d’Idro (51,1%) e del Lago di Como (71%).

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