La tariffa avrebbe finito per colpire i consumatori, in quanto le aziende energetiche avrebbero scaricato i costi sui clienti
Arera abbandona l'idea di introdurre una tariffa del valore potenziale di 5,2 miliardi di dollari per coprire i costi dello stoccaggio sostenuti all'apice della crisi energetica. L'annuncio è arrivato a seguito delle ampie critiche delle aziende energetiche e delle obiezioni dell'Unione Europea.
La tariffa, potenzialmente del valore di 4,8 miliardi di euro (5,24 miliardi di dollari), avrebbe finito per colpire i consumatori, in quanto le aziende energetiche avrebbero scaricato i costi sui clienti. Una tariffa simile a quella introdotta dalla Germania nel 2022, che però è ora al vaglio dell'ACER, l’Agenzia dell’Unione Europea per la Cooperazione fra i Regolatori dell’energia, per verificare se violi le norme comunitarie in materia di concorrenza.
ARERA ha dichiarato nel comunicato che non intende portare avanti la proposta, visto "il dibattito in corso a livello europeo sulla necessità di evitare misure unilaterali che potrebbero mettere a rischio la solidarietà energetica e vanificare gli sforzi per diversificare le fonti di approvvigionamento".