Geotermia, il punto su incentivi e criteri nel decreto Fer2

09 set 2024
"Per i contingenti messi a disposizione ci si sarebbe aspettato un valore maggiore. Anche in riferimento all’importo sarebbe stato opportuno un contributo maggiore", commenta, consultato da Watergas, Emanuele Emani, consigliere del CNG, che però aggiunge che "tutto considerato questo atteso strumento rappresenta un chiaro indirizzo dell’Italia". Articolo di Monica Dall'Olio

È stato pubblicato il 12 agosto sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica l’atteso Fer2, ovvero il Decreto 19 giugno 2024 del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica di concerto con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste recante "Incentivazione degli impianti a fonte rinnovabile innovativi o con costi di generazione elevati che presentino caratteristiche di innovazione e ridotto impatto sull’ambiente e sul territorio”.

Il provvedimento, che era stato approvato a giugno dalla Commissione europea, promuove un’ampia gamma di realizzazioni, quali impianti alimentati da biogas e biomasse, solari termodinamici, geotermoelettrici, eolici off-shore, fotovoltaici floating sia off-shore che su acque interne e gli impianti alimentati da energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina.

La parte del leone la fa senz’altro l’eolico offshore con ben 3,80 GW di contingente dedicato, ma tra le fonti incentivate non manca la geotermia, la cui diffusione è meno capillare rispetto alle altre rinnovabili: non in tutti i territori è possibile trovare nel sottosuolo una grande quantità di calore convogliata nella stessa area.

Ciò non ne preclude tuttavia le potenzialità, spiega Enel Green Power: a seguito della COP21 (Conference of Parties) di Parigi 2015, è stata lanciata, con il benestare delle Nazioni Unite, la Global Geothermal Alliance (GGA), un’iniziativa per incentivare i Paesi del mondo con territorio geotermico a dare precedenza a questa risorsa rinnovabile per accelerare il processo di transizione energetica. Secondo i dati diffusi in occasione del secondo meeting della GGA tenutosi in Salvador nel 2022, sotto l’egida della International Renewable Energies Agency (IRENA), il geotermico contribuisce alla capacità globale delle rinnovabili con 15,960 GW di energia verde ed è previsto un suo sviluppo negli anni futuri con un incremento annuo minimo del 6%.

Gli impianti geotermoelettrici incentivabili

Il Decreto Fer2 include tra quelli incentivabili due tipi di impianti, distinguendo tra nuovi impianti e rifacimenti.

Quelli geotermici tradizionali che introducano innovazioni tali da rispettare determinati requisiti in materia di abbattimento delle emissioni significativamente inferiori rispetto ai minimi previsti dalla legge (geotermico tradizionale con innovazioni), in modo da promuovere l’innovazione tecnologica e conseguentemente il miglioramento dell’impatto ambientale, salvaguardando produzione rinnovabile esistente e dunque contribuendo alla diversificazione energetica.

E impianti geotermici che prevedono innovazioni sul ciclo termodinamico in modo da garantire l’annullamento delle emissioni.

L’accesso agli incentivi avviene attraverso la partecipazione a procedure pubbliche competitive telematiche, bandite dal GSE nel quinquennio 2024-2028, in cui vengono messi a disposizione, periodicamente, contingenti di potenza.

I contingenti complessivamente resi disponibili nelle procedure competitive sono individuati nella tabella che riportiamo di seguito, suddivisi per tipologia di impianto.

Procedura

Tipologia di impianto

Categoria

Potenza [kW]

Contingenti totali disponibili 2024-2028 (MW)

Procedure tipo C

Geotermico tradizionale con innovazioni

Nuovi impianti

Tutte le potenze

100

Procedure tipo C-1

Geotermico a emissioni nulle

Nuovi impianti

Tutte le potenze

60

Procedure tipo F

Geotermico tradizionale con innovazioni

Rifacimento

Tutte le potenze

150

Il prossimo step

Entro i successivi trenta giorni devono essere approvate dal Ministero, su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi.

Il finanziamento della misura sarà garantito da un prelievo sulle bollette elettriche dei consumatori finali.

Il ruolo dell’Europa

L’Europa rivolge grande attenzione alla geotermia dall’Europa - dove il conflitto in Ucraina ha messo in evidenza le debolezze nel settore dell’energia - con l’Islanda, la Francia e l’Ungheria che primeggiano nel settore, ma con un sempre maggiore numero di Paesi che spingono per lo sviluppo di questo settore rinnovabile (come la Germania).

A sottolinearlo, interpellato da Watergas, è Emanuele Emani, consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG) e Coordinatore Area Materie prime ed Energia.

Tale evidenza è chiara anche leggendo quanto scritto nella relazione sull'energia geotermica della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia EU del 12.12.2023 dove si evidenzia “..che l'energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile, costante e affidabile, facilmente accessibile una volta che sia stata realizzata la necessaria infrastruttura e che fornisce una soluzione a impatto zero..”, da dove si evince come essa permette di dare un contributo essenziale alla transizione energetica e agli obiettivi di decarbonizzazione fissati.

Giudizio positivo, ma sui contingenti si sarebbe potuto fare di più

“Questo decreto – sottolinea Emani - rappresenta uno strumento importante per incentivare lo sviluppo di impianti geotermici che introducano innovazioni tali da rispettare determinati requisiti (geotermico tradizionale con innovazioni), ma anche gli impianti che prevedono innovazioni sul ciclo termodinamico tali da garantire l’annullamento delle emissioni per il conseguente miglioramento dell’impatto ambientale.”

“In merito ai contingenti messi a disposizione – prosegue - appare evidente che ci si sarebbe aspettato, sulla base delle indicazioni arrivate dalle associazioni e dalle aziende del settore, un valore maggiore (ad es. per il geotermico ad emissione nulle si indica un totale di 60 MW al 2028 a fronte di indicazioni decisamente maggiori). Anche in riferimento all’importo definito, viste le caratteristiche di questa fonte energetica che richiede importanti investimenti iniziali (rischio di esplorazione, in cui sono necessarie indagini di dettaglio) con rischi d’impresa maggiore, si ritiene che sarebbe stato opportuno un contributo maggiore. Ma tutto considerato appare chiaro come questo atteso strumento rappresenta un chiaro indirizzo dell’Italia nell’ambito della valorizzazione di questa strategica fonte rinnovabile, che ci permette di valutare positivamente i passi che si stanno facendo in questo senso.

I tempi di realizzazione punto cruciale

Per il CNG all’interno del FER2 particolarmente interessante è la valutazione accelerata dei progetti di grandi dimensioni al fine di garantire i tempi massimi per la realizzazione degli interventi, per cui gli enti sulla base della attuale normativa e dell’iter autorizzativo per la realizzazione degli impianti geotermici (che risulta spesso complesso e con tempistiche dilatate) dovranno operare al fine di valutare adeguatamente il progetto, approfondendo tutti gli aspetti di interesse (in particolare quello ambientale), ma nel contempo non ritardare la procedura autorizzativa e l’avvio della fase operativa.

“Per cui – conclude Emani - sicuramente positiva l’approvazione del Decreto FER2, in quanto strumento necessario per dare un impulso alla geotermia e alle diverse fonti energetiche rinnovabili in generale: ovviamente deve esserci in parallelo un supporto degli Enti pubblici al fine di garantire i tempi di autorizzazione e le modalità di erogazione degli incentivi.”