Intervista di Watergas a Umberto Bernola, Direttore dell'EGATO 4 Latina
Il nuovo metodo tariffario Arera porterà dei forti aumenti delle tariffe idriche: “nel nostro ATO questo significherà un aumento annuale di circa 3% annui”. Ma non solo: sulle tariffe peserà anche l’inflazione riconosciuta dall’ARERA al 13,7% con un ulteriore aumento del 3%. Aumenti che si sommano a quelli previsti già con i precedenti metodi tariffari che porteranno nell’ATO 4 di Latina almeno fino al 2029 un rialzo del 10-11% annui delle bollette.
È quanto calcola Umberto Bernola, Direttore dell'EGATO 4 Latina, in questa intervista rilasciata a Watergas. Bernola parla poi della “forte debolezza del sistema idrico integrato a livello regionale” e della “disomogeneità degli EGATO Laziali”, “lasciati soli” nelle programmazioni di interventi sui singoli territori di competenza.
Infine i fondi del PNRR che “hanno sicuramente dato la possibilità di realizzare importanti opere strategiche” ma che però “devono essere visti come un punto di partenza e non di arrivo”.
Come si posiziona il servizio idrico del Lazio rispetto alle altre regioni italiane? Punti di forza e punti di debolezza?
Purtroppo c’è da constatare una forte debolezza del sistema idrico integrato a livello regionale per l’assenza di una Legge Regionale che riorganizzi gli Enti di Governo degli Ambiti Territoriali Ottimali del Lazio come è già avvenuto nelle altre regioni italiane. Attualmente i cinque Ambiti laziali sono organizzati in modo disomogeneo per effetto dell’unica legge Regionale n. 6 dell’anno 1996 che come modello organizzativo prevedeva che gli stessi Ambiti fossero organizzati sul superato schema della Convenzione di Cooperazione sottoscritta tra i comuni appartenenti ad ogni singolo Ambito.
Nel Lazio ci sono ben 5 ATO regionali con regole e tariffe diverse. Questa disomogeneità del territorio che effetti ha? Come può intervenire la Regione?
L’evoluzione della normativa ha portato ad un lento processo di Entificazione degli Ambiti, iniziato con il DLgs n. 152/2006, che trasforma le Autorità d’Ambito Territoriali Ottimali (AATO) in Enti di Governo dell’Ambito Territoriale (EGATO), enti questi ultimi dotati di propria personalità giuridica.
Per questa riorganizzazione è necessario e non è più procastinabile un intervento legislativo della Regione Lazio che li riorganizzi. Il modello che personalmente auspico è quello di un EGATO unico regionale con una tariffa unica regionale basata su un modello di tariffa calcolato con un sistema perequativo, ho partecipato come componente al Tavolo tecnico istituito dalla Regione Lazio nel 2018 che ha prodotto una bozza di legge regionale che però ad oggi non è stata mai portata in discussione.
La disomogeneità degli EGATO Laziali lascia questi ultimi soli nelle programmazioni di interventi sui singoli territori di competenza, che vengono così finanziati con l’utilizzo quasi esclusivo delle sole tariffe del servizio idrico integrato pagate dai cittadini in ognuno degli ATO. Con questo sistema di investimenti non si riescono a programmare e realizzare importanti infrastrutture che sono necessarie e strategiche nei vari ATO, il motivo principale di questa impossibilità è nel fatto che questi investimenti strategici non possono oggi in nessun modo essere coperti con le sole tariffe già mediamente alte.
Non essendoci oggi una governance regionale unica, cosa che si avrebbe con un modello di EGATO unico regionale, la Regione Lazio può interviene solamente con l’erogazione di fondi spesso ripartiti equamente tra i vari territori che però non risolvono le carenze strutturali in essi presenti. A titolo di esempio porto all’attenzione un’importante opera, la condotta adduttrice Vetere-Gaeta, di importo pari ad euro 18 Mln, che consentirebbe di risolvere definitivamente il problema della torbidità della risorsa idrica che colpisce oltre 200.000 abitanti del sud Pontino costretti a non utilizzare l’acqua erogata dal Gestore per continue ordinanze di non potabilità. Le tariffe del Servizio Idrico Integrato nell’ATO 4 Latina non possono coprire la realizzazione di questa importante opera in tempi utili.
Il Lazio è tra le Regioni che ha preso più finanziamenti dal Pnrr. Di che cifre parliamo per il settore idrico?
Il Lazio con particolare riferimento all’EGATO 2 Roma e all’EGATO 4 Latina ha ottenuto importanti finanziamenti da fondi PNRR. Solo nel nostro ATO 4 Latina abbiamo ottenuto finanziamenti PNRR per l’individuazione e la bonifica delle perdite idriche (54 Mln di euro) attraverso la distrettualizzazione delle reti e l’installazione di smart meter (contatori intelligenti), abbiamo ottenuto anche fondi per circa 7 Mln di euro per la realizzazione di due impianti di depurazione sulle isole di Ponza e Ventotene che al termine dei lavori avranno due impianti capaci di restituire acqua utilizzabile in agricoltura. Sono stati ottenuti finanziamenti per la realizzazione di due serre per il trattamento dei fanghi di depurazione presso due importanti depuratori (Aprilia, Minturno) per complessivi 7 Mln di euro. Abbiamo ottenuto fondi per circa 20 Mln di euro per il raddoppio della condotta idrica principale Sardellane punto di approvvigionamento idrico più importante del nostro ATO oltre che la messa in sicurezza della sorgente di Mazzoccolo in Formia.
Ogni territorio del Lazio ha proprie peculiarità e proprie specifiche criticità ad esempio nell’ATO 4 vi è una forte necessità di continuare ad investire nel recupero delle perdite idriche, nell’ATO 5 assume molta importanza il problema della depurazione, nell’ATO 1 è importante investire su nuove fonti di approvvigionamento idrico per la forte presenza di arsenico nelle sorgenti oggi utilizzate. Per questo in assenza di una govenance unica rimane di fondamentale importanza il coinvolgimento dei vari referenti degli EGATO laziali per l’assegnazione di nuovi finanziamenti pubblici per la realizzazione di opere.
Nel servizio idrico si registra l’esigenza di continui investimenti per contrastare l'usura e le perdite idriche. C’è bisogno quindi di interventi continui negli anni. In questo senso, i fondi del PNRR sono sufficienti? Quali altre misure dovrebbero essere messe in campo?
Il PNRR ha sicuramente dato la possibilità di realizzare importanti opere strategiche che l’attuale sistema idrico laziale suddiviso per i vari ATO non permetteva di finanziare con le sole tariffe, ma pone comunque un problema di fondo per il futuro. Infatti da analisi tecniche e studi effettuati emerge che i fondi PNRR servono per realizzare infrastrutture importanti che però devono essere viste come un punto di partenza e non di arrivo.
A tiolo di esempio il finanziamento PNRR per il recupero delle dispersioni idriche consente all’EGATO 4 di realizzare un sistema di controllo efficiente per un obiettivo iniziale di riduzione delle perdite del 16,6% nel 2026. Il sistema così realizzato non è però in grado di portare in futuro una costante riduzione delle perdite in quanto le risorse economiche che si risparmiano riducendo le perdite (es. minore impegno di corrente elettrica) devono essere obbligatoriamente reinvestite esclusivamente per mantenere in efficienza il sistema idrico realizzato e non possono essere quindi utilizzate per ridurre le tariffe come la maggior parte dei cittadini pensa. Per questo si dovrà prendere coscienza del fatto che in territori come il nostro con percentuali di partenza di perdite idriche molto alte sarà comunque necessario fare ricorso sempre anche a ulteriori fondi extra tariffa per continuare nel tempo a ridurre le perdite idriche anche negli anni futuri. Se così non sarà il sistema rischia in pochi anni di ritornare allo stato pre-PNRR.
Che cosa ha da dire sul nuovo metodo tariffario approvato dall’ARERA con deliberazione n. 639/R/idr del 28/12/2023?
Sulla nuova regolazione tariffaria vigente per il periodo regolatorio 2024-2029, l’ARERA ha introdotto molte novità che in Ambiti Territoriali come il nostro porteranno a forti aumenti tariffari che i singoli EGATO dovranno obbligatoriamente applicare. Infatti tra le più importanti novità vi è il riconoscimento per intero dei costi di energia elettrica sostenuti dai Gestori nell’anno 2022 in forte aumento rispetto a quelli che con il precedente metodo tariffario riconosceva. Basti pensare che nel nostro ATO il Gestore ha sostenuto nel 2022 costi di energia per 52 Mln di euro a fronte dei poco più di 22 riconosciuti in tariffa con il precedente metodo tariffario.
La differenza che non era stata oggi ancora riconosciuta dovrà essere interamente portata nei conguagli tariffari futuri in bolletta spalmata al massimo fino al 2029. Nel nostro ATO questo significherà un aumento annuale di circa 3% annui. Sulle tariffe peserà anche l’inflazione riconosciuta dall’ARERA al 13,7% ovvero su tutti i costi sostenuti dal Gestore nel 2022 (costi operativi, investimenti, energia elettrica, ecc…) si dovrà applicare questa inflazione il che significa nel nostro ATO ci sarà un ulteriore aumento annuo delle tariffe di circa 3%.
Questi aumenti sommati agli aumenti previsti già con i precedenti metodi tariffari porteranno nel nostro ATO almeno fino al 2029 aumento del 10-11% annui delle bollette. A questi aumenti si potranno inoltre aggiungere altri possibili aumenti (es. morosità). Si capisce chiaramente che la necessità di riconoscere tutti i costi al Gestore (full cost recovery) avrebbe in questo caso necessitato di interventi governativi a carattere nazionale per una concreta sostenibilità tariffaria. Ho recentemente allertato anche le associazioni dei consumatori sul rischio concreto di un forte aumento tariffario.
Che cosa ne pensa delle modifiche apportate dall’ARERA al nuovo parametro di qualità tecnica M0 introdotto con deliberazione n. 637/R/idr del 28/12/2023?
Con questo nuovo macro indicatore l’ARERA vuole monitorare ed intervenire sulla resilienza del sistema idrico definendo due parametri di qualità M0a ed M0b. il primo può essere controllato e valorizzato direttamente dal Gestore del servizio idrico integrato mentre il secondo viene sempre controllato e valutato dal Gestore ma è influenzato fortemente da gestioni esterne al servizio idrico non controllabili direttamente dal Gestore del SII. Ad esempio l’ottimizzazione del sistema di raccolta e riuso delle acque piovane non rientra tra le materie di competenza del Gestore del SII eppure sarà valutato in futuro su questo.
Osservo inoltre che l’ARERA quando introduce un nuovo macroindicatore impone di inserire investimenti per mantenere o migliorare nel tempo questo indicatore. Come si possono inserire negli investimenti a carico delle bollette degli utenti infrastrutture non gestite direttamente dal Gestore o che non hanno un impatto diretto delle tariffe degli utenti? Un esempio è il fatto che si invita a realizzare investimenti su impianti di depurazione affinché le acque di uscita dai depuratori possano essere riutilizzate per uso irriguo da soggetti diversi e non dal Gestore del SII che svolge un altro lavoro. Sottolineo che questo tipo di intervento su un impianto di depurazione oggi perfettamente funzionante e rispettoso delle norme in materia di ambiente comporterà comunque un importante investimento che ritengo non giustificato.
Tutto questo avrà conseguenze dirette sul Piano degli interventi previsto dal sistema tariffario infatti a parità di capitale investito il finanziamento di questi interventi per il macroindicatore M0 andrà inevitabilmente a danno di altri interventi già previsti nel Piano che hanno invece impatti diretti e positive sulle bollette degli utenti. Personalmente ritengo che si possa considerare valido utilizzare il Gestore del servizio idrico integrato per monitorare alcune situazioni per la sostenibilità ambientale ma sono contrario al fatto che questo debba essere pagato esclusivamente dai soli utenti del Servizio Idrico Integrato.
Intervista di Elena Veronelli