Intervista di Watergas a Lucrezia Morabito, Product and Solution Manager di Comau
Puntare sull’idrogeno nella mobilità è sicuramente vincente, soprattutto sulla mobilità a lungo raggio, che impiega per esempio i camion. Tuttavia, l'Italia è indietro rispetto ad altri Paesi europei nell'adozione di questa tecnologia, principalmente a causa della mancanza di un'infrastruttura di rifornimento adeguata.
È quanto sostiene in questa intervista rilasciata a Watergas, Lucrezia Morabito, Product and Solution Manager di Comau, società parte di Stellantis, attiva nello sviluppo di sistemi e prodotti avanzati per l’automazione industriale.
Morabito propone di estendere l'uso dell'idrogeno anche all'industria pesante, come le acciaierie, evidenziando le opportunità di riduzione delle emissioni e i benefici economici che questa transizione potrebbe portare. Sottolinea inoltre l'importanza degli investimenti, supportati da fondi europei e progetti di ricerca, per accelerare la transizione energetica e ridurre i costi di produzione e distribuzione dell'idrogeno.
Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente, più di un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa proviene dal settore dei trasporti. Dunque puntare sull’idrogeno in questo campo sarebbe vincente. Eppure in Italia siamo indietro. Quali sono le motivazioni?
Puntare sull’idrogeno nella mobilità è sicuramente vincente, soprattutto sulla mobilità a lungo raggio, che impiega per esempio i camion. Non solo, i dati ci dimostrano che è prevista una crescita sostanziale della flotta di veicoli che sfruttano le celle a combustibile all’idrogeno. In Europa, viene stimato un tasso di crescita annuo (CAGR compound annual growth rate) del +96% per i veicoli che utilizzano tale tipologia di celle. Secondo un recente studio di Hydrogen Europe, Germania e Francia sono i Paesi dove si registra il numero maggiore di veicoli a celle a combustibile all’idrogeno presenti già su strada nel proprio territorio. L’Italia registra una crescita più lenta, per diverse ragioni. Tra queste possiamo citare, per esempio, la mancanza di un’infrastruttura di rifornimento che è, ad oggi, ancora ai blocchi di partenza, nonostante gli sforzi compiuti nella costruzione e nel riposizionamento della rete esistente.
Quali sono le soluzioni?
La nostra prospettiva è quella di fornitori di tecnologia. Da questo punto di vista possiamo segnalare, a titolo di esempio, un’area di intervento che potrebbe produrre risultati significativi.
Bisognerebbe infatti ampliare la discussione sull’impiego di tali tecnologie non solo al settore dei trasporti ma anche all’industria pesante, che comprende, per esempio, le acciaierie, le cosiddette Hard-to-Abate. Queste, infatti, trovano nell’idrogeno una delle possibili soluzioni per diminuirne le emissioni o addirittura azzerarle.
Rispetto agli altri Paesi europei come ci posizioniamo? Perché?
L’Italia sta iniziando a muovere i primi passi nel settore dell’idrogeno, ma si registrano diverse iniziative volte a facilitare le transizione energetica verso l’idrogeno. Grazie ad una maggiore disponibilità di fondi europei dedicati alla decarbonizzazione, agli investimenti delle aziende e ai tanti progetti di ricerca in corso, ci aspettiamo di assistere ad un’accelerazione del processo nello sviluppo di tecnologie per la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno, in particolare per le industrie Hard-to-Abate, maggiormente energivore e, che al momento, utilizzano in modo ancora poco incisivo fonti di energia alternativa. Tali opportunità porteranno ad un abbassamento dei costi per la produzione dell’idrogeno e per la sua immissione nella rete di distribuzione nazionale. Inoltre, permetteranno di sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti per riuscire ad utilizzare un mix più ampio, bilanciato e sostenibile tra fonti di alimentazione tradizionali ed energie pulite.
L'assemblaggio e la produzione di elettrolizzatori e celle a combustibile tendono a essere lenti, costosi e ad alta intensità di lavoro. Per contribuire a mobilitare l'aumento della produzione e della diffusione di queste tecnologie, Comau sta lavorando per industrializzare la produzione. Può spiegarci più nel dettaglio di cosa si tratta?
Comau è impegnata nell'industrializzazione dei processi di produzione di elettrolizzatori, di celle a combustibile e di altre tecnologie cruciali per la diffusione su vasta scala dell'idrogeno, come turbine e compressori. Per raggiungere questo obiettivo, Comau sta sviluppando un portafoglio proprietario di soluzioni per automatizzare le fasi chiave della produzione di queste tecnologie, tra cui la preparazione delle celle, l’impilamento, la compressione, la saldatura, e test di tenuta e altro ancora.
Le soluzioni proprietarie di Comau includono prodotti come robot antropomorfi e scara, sistemi di presa, sistemi di visione, presse e attrezzature per i test, sviluppati in collaborazione con partner tecnologici strategici. Queste soluzioni standardizzate offrono vantaggi importanti, come una maggiore sicurezza operativa e ripetibilità del processo, con conseguente miglioramento della qualità e la possibilità di beneficiare di economie di scala.
È fondamentale dunque puntare sull’innovazione tecnologica. Può illustrarci qualche best practice?
È cruciale puntare sull’innovazione tecnologica, ma anche sulla progettazione stessa del prodotto in ottica di automazione. Infatti, con l'adozione di un approccio Design for Manufacturing o Design for Automation, Comau collabora strettamente con i clienti per gestire l'intero ciclo di vita del processo industriale. Obiettivo di Comau è mettere a disposizione conoscenze ed esperienza nel settore per supportare a 360° le aziende nel loro passaggio all’automazione, grazie ad un approccio di ingegneria simultanea. Questa modalità operativa prevede un processo di lavoro articolato in nove fasi, sviluppato per semplificare i progetti di automazione. Si parte da un'analisi approfondita del prodotto e del processo di lavorazione per arrivare alle fasi finali di budget e pianificazione. In tal modo, Comau garantisce ai clienti un adattamento efficiente e dinamico del progetto, analisi ergonomiche e di qualità, layout concettuale, una progettazione della stazione, layout di controllo, simulazione e convalida.
In Cina, ad esempio, Comau ha collaborato con successo con Shanghai Hydrogen Propulsion Technology (filiale di SAIC Motor), azienda leader nel settore delle celle a combustibile a idrogeno, per fornire una linea di produzione avanzata per il suo stack di celle a combustibile a idrogeno. In Europa abbiamo un importante progetto in pieno sviluppo, sempre per lo stacking di celle a combustibile. Non solo, stiamo mettendo la nostra esperienza nella saldatura al servizio della produzione di componentistica per elettrolizzatori alcalini.