INTERVISTA. Mascolo (EIC): "Obiettivo rendere la Campania prima regione con autonomia idrica"

21 nov 2024
Intervista di Daniela Marmugi a Luca Mascolo, Presidente dell'Ente Idrico Campano.

Possibile rendere la Campania la prima regione in Italia a raggiungere l’autonomia idrica, in linea con la visione strategica del presidente De Luca.

Ad affermarlo è Luca Mascolo, Presidente dell’Ente Idrico Campano, in questa intervista, che spiega: “Ci sono tutti i presupposti per raggiungere questo obiettivo, che passa attraverso l’entrata a regime della Diga di Campolattaro, unitamente al progetto degli invasi collinari e al nostro intenso lavoro per contrastare la dispersione idrica”.

In ogni caso, aggiunge Mascolo, l’impegno degli enti e delle istituzioni da solo non basta: ogni cittadino è protagonista nella tutela delle risorse idriche e deve fare la propria parte per un servizio più efficiente e un futuro più sostenibile.

Qual è lo stato attuale del Servizio Idrico Integrato in Campania?

Il Servizio Idrico Integrato in Campania è al centro di una profonda trasformazione e innovazione. A segnare una prima svolta è stata la scelta del governatore De Luca di istituire l’Ente Idrico Campano, con la legge n.15 del 2015: uno snodo cruciale per delineare una governance univoca della gestione delle risorse idriche e porre le basi per l’enorme lavoro che oggi stiamo mettendo in campo insieme. Allo stato attuale, l’Ente Idrico Campano gestisce oltre 730 milioni di euro per interventi strategici sui territori. Sono stati intercettati 110 milioni grazie all’Accordo di Programma con il Ministero dell’Ambiente per superare le procedure di infrazione. Sono stati completati gli interventi con 127 milioni di euro provenienti dal React-Eu (a cui se sono aggiunti ulteriori 55) e sono in corso gli interventi del Pnrr, 130 milioni finalizzati alla digitalizzazione, riqualificazione e distrettualizzazione delle reti idriche. Inoltre, grazie al Piano Regionale per Acque e Depurazione, 290 milioni di euro sono stati stanziati per finanziare interventi in 150 Comuni, migliorando il collettamento delle acque reflue e l’efficienza delle infrastrutture. Ulteriori 59 milioni sono a disposizione grazie allo sblocco del Fondo Sviluppo e Coesione. E nel Piano nazionale degli interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, ad opera del Mit, sono stati inclusi nostri progetti per circa 500 milioni di euro, di cui 48 milioni già finanziati.

In linea con gli obiettivi europei, di recente avete annunciato la riduzione delle perdite idriche al 34%, con l’obiettivo di scendere al 27% entro il 2025. Com’è stato possibile registrare questi progressi?

Il contrasto alla dispersione idrica è il frutto di una strategia integrata che combina investimenti mirati e tecnologie innovative. I circa 300 milioni di euro ottenuti dal React-Eu e dal Pnrr ci consentono di ammodernare le infrastrutture, implementando sistemi di monitoraggio digitale e interventi mirati di manutenzione, con oltre 9000 km di rete distrettualizzata, più di 100.000 contatori installati e benefici per 2 milioni di abitanti. Questo approccio ci ha permesso di identificare e risolvere in modo tempestivo le criticità e di ridurre significativamente le perdite, mettendo in campo un lavoro che ci ha permesso di massimizzare l’efficacia degli interventi e garantire una gestione ottimale delle risorse.

Insieme a Regione Campania e Gori vi siete fatti promotori della bonifica del fiume Sarno, una delle principali criticità ambientali della regione. Come procede il risanamento? 

Il programma “Energie per il Sarno” è uno dei progetti più ambiziosi e cruciali per la Campania. Con uno stanziamento complessivo di 243 milioni di euro, abbiamo già eliminato 48 scarichi in ambiente sui 113 previsti, portando il servizio di fognatura a 26.000 abitanti e il servizio di depurazione a 152.000 cittadini. L’obiettivo entro il 2025 è estendere questi servizi rispettivamente a 88.000 e 421.000 persone, eliminando completamente gli scarichi nel bacino idrografico del fiume Sarno. Quest’opera straordinaria non solo migliorerà la qualità dell’acqua, ma avrà anche un impatto significativo sulla balneabilità del Golfo di Napoli e sulla tutela ambientale dell’intero territorio. Il recupero della balneabilità del litorale di Castellammare di Stabia, dopo 51 anni di attesa, è un traguardo storico che giunge all’esito di un percorso virtuoso che ci vede protagonisti.

Avete recentemente confermato l’invariabilità delle tariffe del gestore Gori fino al 2032. Come è possibile garantire la qualità del servizio idrico e realizzare gli interventi necessari senza aumentare i costi per i cittadini?

La conferma delle tariffe rappresenta un riscontro di notevole rilievo, ancor più in una fase storica caratterizzata da un contesto economico con forti rincari energetici, aumento dei costi delle materie prime e inflazione in crescita. Siamo riusciti ad ottenere questo risultato grazie ad una governance virtuosa e ad una pianificazione che rispetta in pieno le indicazioni fissate da Arera e che ha consentito di assicurare anche un incremento degli investimenti sul territorio, per complessivi 15 milioni di euro in più rispetto al precedente esercizio, allo scopo di potenziare la rete idrica e migliorare i servizi per i cittadini. Si tratta di risorse che permetteranno al Sarnese-Vesuviano di affrontare le sfide infrastrutturali e di offrire un servizio sempre più moderno ed efficiente, a vantaggio di tutta la comunità.

Guardando al futuro, quali sono i principali obiettivi che intendete raggiungere nei prossimi anni?

Il nostro impegno è rivolto a una gestione sostenibile delle risorse idriche, coinvolgendo attivamente i cittadini. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di proiettarci sempre più verso una guida unica del Servizio Idrico Integrato, per una gestione sempre più coordinata ed efficace. In linea con la visione strategica del presidente De Luca, guardiamo con fiducia ad un altro ambizioso traguardo: fare in modo che la Regione Campania sia la prima in Italia a raggiungere l’autonomia idrica. Ci sono tutti i presupposti per raggiungere questo obiettivo, che passa attraverso l’entrata a regime della Diga di Campolattaro, unitamente al progetto degli invasi collinari e al nostro intenso lavoro per contrastare la dispersione idrica. Stiamo operando con intensità, impegno e passione, ma la nostra opera di risanamento ambientale passa attraverso i cittadini, protagonisti attivi di questo percorso. Ogni cittadino deve essere sindaco di se stesso e custode delle risorse idriche, per un servizio che non solo risponda alle necessità del presente, ma sia anche capace di migliorare la qualità della vita delle generazioni future.

Intervista di Daniela Marmugi