Intervista di Monica dall’Olio a Giuseppina Gualtieri, Presidente e Amministratore Delegato di TPER.
Dove va il tpl (trasporto pubblico locale) e quali scenari si aprono per il perseguimento della decarbonizzazione dei trasporti sulla via della transizione energetica? Ne abbiamo parlato con Giuseppina Gualtieri, Presidente e Amministratore Delegato di TPER, Trasporto Passeggeri Emilia Romagna, maggiore azienda di trasporti pubblici locali dell’Emilia-Romagna.
L’azienda è impegnata nel rinnovo, all’insegna dell’ecosostenibilità, dei sistemi e delle infrastrutture, così come del parco mezzi, privilegiando carburanti alternativi e soluzioni green, all’insegna dell’energy-mix.
Idrogeno, trazione elettrica, biometano sono tra i protagonisti di questa rivoluzione verso le emissioni zero, in un panorama nel quale le politiche pubbliche sono decisive nell’indirizzare il sostegno all’innovazione.
Quali obiettivi vi siete posti per rendere il vostro servizio carbon-free?
La decarbonizzazione delle flotte di bus nasce dall’emergenza climatica, da regole poste dalle normative comunitarie per la transizione ecologica e dalla volontà di essere protagonisti nell’innovazione possibile nel trasporto pubblico. Il panorama del tpl è ancora caratterizzato dall’assoluta preponderanza della propulsione endotermica a gasolio che in Italia copre la maggioranza dei veicoli in servizio, nonostante grandi passi avanti fatti nell’innovazione. Tper, con la sua proattività, ha da tempo delineato strategie di sostituzione del “fossile” con carburanti alternativi e soluzioni green. L’azienda, nata nel 2012, nei suoi primi 10 anni di vita ha provveduto al rinnovo della metà del parco mezzi: un impegno che ha fatto sì che Bologna sia già oggi, tra le città metropolitane, quella con la più elevata quota di autobus a basse emissioni, come confermato dall’ISTAT nell’ultimo Rapporto “Ambiente Urbano”. Su questa strada si intende proseguire. La scelta di Tper per la transizione energetica verso modalità a impatto zero trova compimento attraverso un energy-mix: un mosaico di soluzioni tutte ugualmente valide e massimamente efficienti a seconda dei differenti ambiti di servizio. Tper è, inoltre, impegnata nell’obiettivo del Comune di Bologna per il raggiungimento della neutralità carbonica nel 2030, con 20 anni di anticipo rispetto ai target UE, come previsto dalla Missione "Climate neutral and smart cities" del programma Horizon Europe, che vede Bologna tra le 100 città europee coinvolte.
Nei vostri programmi per la decarbonizzazione e il rinnovo del parco mezzi rientra l’acquisto di un numero consistente di autobus a idrogeno, anche grazie ai fondi Pnrr. A che punto è il progetto e come lo avete declinato?
La scelta dell’idrogeno ricade nella previsione di un futuro sempre più caratterizzato dall’investimento in sistemi elettrici, sia a batteria sia a celle a combustibile alimentate a idrogeno.
Tper ha proceduto valutando ogni componente della filiera: costi, logistica, normative per la realizzazione di impianti di rifornimento e aspetti manutentivi; ha messo a disposizione delle Istituzioni un piano di introduzione e sviluppo della innovativa tecnologia H2, che è proseguito con l’aggiudicazione a Solaris della gara che entro il 2026 porterà – nei tempi previsti dal finanziamento PNRR – 137 bus a idrogeno a Bologna (127 mezzi) e Ferrara (10). Il “progetto idrogeno” di Tper prevede anche la realizzazione delle infrastrutture di supporto per un investimento complessivo di oltre 90 milioni di euro di fondi PNRR, tra mezzi e impianti. Oltre a questi autobus sono successivamente previsti, con orizzonte 2030, altri 30 bus a idrogeno a Bologna e 12 a Ferrara, acquisiti con fondi PSNMS erogati sia attraverso la Regione Emilia-Romagna, sia tramite la Città Metropolitana di Bologna nell’ambito del piano “Comuni e città metropolitane con più di 100.000 abitanti”. Nel maggio scorso, poi, Tper ha conferito a TPH2 - società partecipata dalla stessa Tper e da HGeneration srl del Gruppo Wolftank – un incarico per la realizzazione di due stazioni di rifornimento di idrogeno a Bologna e a Ferrara, per un valore di 15,5 milioni di euro per progettazione, fornitura e posa in opera degli impianti. A regime saranno quattro gli impianti, tre a Bologna ed uno a Ferrara, destinati al rifornimento e, in parte, alla produzione di idrogeno gestiti direttamente da Tper.
Quali risultati, anche ambientali, vi aspettate da questa operazione?
Come detto, l’idrogeno rappresenta solo un tassello dell’energy mix che ci porterà alla completa decarbonizzazione. La trazione elettrica – filoviaria, con bus a batteria o a celle a combustibile a idrogeno – ha come comune denominatore l’azzeramento delle emissioni nocive e climalteranti in atmosfera. Nello specifico, i bus a idrogeno servono a combinare autonomia e flessibilità: infatti, mentre gli e-bus sono indicati su tratte urbane, con i mezzi a idrogeno si possono coprire anche servizi suburbani ed extraurbani, avendo questa tecnologia performance di autonomia assimilabili a quelle dei diesel sulle medio-lunghe percorrenze, ma emissioni zero. Infatti, l’elettrico con ricarica in deposito ha flessibilità di utilizzo ma limitata autonomia; l’elettrico con ricarica opportunity necessita di infrastrutturazione ai capilinea e, se si avvantaggia in termini di autonomia, sconta però una minore flessibilità. Questo sul piano dell’operatività; su quello delle emissioni, per l’idrogeno si stima che i 137 bus a fuel cell di Tper acquisiti con fondi PNRR possano risparmiare all’atmosfera oltre 8.300 tonnellate di CO2 ogni anno: un contributo notevole per la qualità dell’aria.
Tra le soluzioni da voi scelte c’è il biometano. Ci può spiegare come lo impiegate?
Il metano è riconosciuto dall’UE come ‘carburante-ponte’ nella fase di transizione verso il tpl a emissioni zero. I bus a metano, oltre ad abbattere le emissioni rispetto al gasolio, hanno il vantaggio di poter essere alimentati con biocarburanti senza modifiche tecniche dei veicoli o infrastrutturazioni ulteriori, andando così a garantire un trasporto pubblico decarbonizzato, con totale compensazione della CO2 nell’intero ciclo well-to-wheel. Non a caso, di recente, Federmetano ha esplicitato l’intenzione di sottoporre al Governo un elenco di richieste volte a promuovere l’utilizzo del biometano per l’autotrazione, a partire dall’equiparazione dei veicoli a biometano ai veicoli elettrici. Tper, disponendo di una cospicua flotta a gas naturale, sia compresso che liquido, attenziona progetti di economia circolare e forniture con l’obiettivo di prevedere un aumento della quota di metano “bio”, oltre a quella che già è presente nelle attuali forniture.
Come ritiene che potrebbero essere agevolate dal legislatore le organizzazioni che operano nel campo dei trasporti pubblici per promuovere la decarbonizzazione?
Il successo di nuove tecnologie e di sistemi abilitanti una transizione risiede nell’impegno e nell‘unità di intenti di tutte le componenti, dalle Istituzioni nazionali e comunitarie, alla filiera industriale, fino all’utilizzatore. Le politiche pubbliche sono decisive nell’indirizzare il sostegno all’innovazione. Per idrogeno, biometano, energia da fonti green l’incentivazione attraverso finanziamenti alla catena di produzione e distribuzione potrebbe rappresentare un’utile e necessaria spinta, così come il finanziamento dei maggiori oneri per l’acquisto di questi carburanti e vettori innovativi e per l’infrastrutturazione necessaria al loro uso. Il percorso è impegnativo, ma appare sfidante; non a caso le realtà che puntano forte e in modo coeso su un progetto sono quelle che hanno più possibilità di portare a casa risultati positivi, facendo da traino per un intero settore.
In Italia ancora oggi solamente il 7,6 per cento dei cittadini si muove con il trasporto pubblico locale, come aumentare questa quota?
Il trasporto pubblico è vincente quando riesce ad esprimere qualità, vicinanza alle esigenze dell’utenza e competitività, economica e di servizio, con la mobilità privata. Da parte nostra, come Tper abbiamo investito massicciamente nel rinnovo di mezzi e tecnologie, nella dematerializzazione dei titoli di viaggio, nelle piattaforme di infomobilità che facilitano l’uso del trasporto collettivo. Di pari passo, abbiamo fatto una scelta imprenditoriale con la creazione di un car sharing completamente elettrico che favorisce chi è abbonato al trasporto pubblico per un uso combinato dei sistemi. Importanti possono essere anche le politiche di agevolazione, quali gli incentivi all’uso del tpl, bonus, benefici fiscali e gli investimenti pubblici in sistemi ad alta capacità e efficienza. Se il dato nazionale non è particolarmente lusinghiero, quello del nostro territorio si dimostra molto più promettente: i più recenti monitoraggi del PUMS segnalano una quota modale di utilizzo del trasporto pubblico (bus + treni locali) del 26,9% nel Comune di Bologna e del 20,9% sull’intero territorio metropolitano. Dati che confortano e che ci esortano a puntare a risultati ancora migliori.
Avete appena concluso con successo una nuova emissione obbligazionaria da 100 milioni di euro, un’operazione, come recentemente dichiarato, che “consente a Tper di continuare ad investire puntando a innovazione e sostenibilità ambientale”. Come impiegherete queste risorse?
Emettere un prestito obbligazionario quotato sul mercato internazionale dei capitali dimostra, da un lato, la capacità di credito e la solidità economico-finanziaria di un’azienda e, dall’altro, la sua forte propensione ad investire massicciamente. Le risorse del bond saranno destinate al continuo piano di rinnovo, all’insegna dell’ecosostenibilità, di veicoli, sistemi e infrastrutture di Tper ed anche delle società sue partecipate e controllate. Il gruppo industriale di cui l’azienda è a capo opera, infatti, anche nel settore del trasporto ferroviario di persone e di merci; non solo nuovi autobus, quindi, ma anche locomotive da manovra e moderni treni passeggeri saranno acquistati anche grazie alle risorse provenienti dall’emissione obbligazionaria.