La tecnologia utilizzata per il funzionamento della nuova sezione biologica si basa sulle biomasse aerobiche granulari (AGS)
Al via progetto per adeguare il grande depuratore San Rocco alle nuove normative sulla qualità delle acque. È quanto annunciato da BrianzAcque in una nota. Il progetto prevede l'integrazione dell'impianto esistente con la costruzione di un moderno comparto di ossidazione biologica ipogeo, situato sotto terra e completamente camuffato da verde.
L’impianto esistente sarà implementato utilizzando una tecnologia innovativa basata su biomasse aerobiche granulari (AGS), che rappresenterà una delle prime applicazioni in Italia su un impianto in scala reale.
L'obiettivo principale – si legge nella nota - è migliorare la qualità delle acque in uscita dall'impianto. L'adeguamento del depuratore di Monza San Rocco è motivato dalla necessità di adeguarsi alla nuova Direttiva Europea sul trattamento delle acque reflue, con particolare attenzione alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2. È fondamentale anche rispettare i limiti imposti dalle indicazioni di ARERA e di ARPA Lombardia riguardo alla qualità delle acque scaricate nel fiume Lambro, che rappresenta il punto finale di smaltimento delle acque depurate.
Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo comparto di ossidazione biologica ipogeo, adiacente all'attuale depuratore e collegato ad esso, nell'area dismessa dell'ex Trattamento Rifiuti Speciali (TRS). Questo nuovo comparto sarà costituito da sei vasche interrate, completamente coperte e sigillate per evitare dispersioni di rumori e odori. Le fonti di odore saranno catturate e convogliate verso una struttura di trattamento appositamente progettata.
La tecnologia utilizzata per il funzionamento della nuova sezione biologica si basa sulle biomasse aerobiche granulari (AGS), tecnologia a basso impatto ambientale già testata per dieci mesi sull'impianto esistente di San Rocco e sarà impiegata per la prima volta in Italia su un depuratore in scala reale. Questo metodo, consolidato in Europa, non solo migliora la qualità delle acque in uscita, ma riduce anche i volumi di scarico, abbassa i consumi energetici, mantiene la produzione attuale di biogas ed elimina l'uso di reattivi chimici per la rimozione del fosforo.
La nuova sezione – si legge nella nota - occuperà un'area di 3.840 mq, pari al circa il 7% dell'attuale estensione del depuratore, mentre il volume di acqua trattata sarà circa il 30% rispetto a quello attuale.
Il nuovo spazio, concepito come un'area all'aperto, avrà anche una funzione didattica, con una ricca vegetazione composta da alberi, arbusti e piante erbacee di varie specie. Sarà incluso un torrione verde e una serra che servirà come punto d'accoglienza per le scuole e gli studenti in visita al depuratore. Vicino alla serra, ci sarà un giardino formale, mentre nella parte rivolta verso il bocciodromo, lo spazio avrà forme più morbide e naturali. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università degli Studi di Milano (DiSAA).
“Sarà una opera pubblica unica ed eccezionale con un cambio di paradigma rispetto al concept dei depuratori tradizionali, per la cui realizzazione chiediamo la collaborazione di Regione, Provincia, Comune. Un intervento destinato a lasciare il segno nei prossimi decenni per la bellezza, per la sostenibilità del territorio in termini di benefici per l’ambiente che si tradurranno innanzi tutto in una miglior qualità delle acque restituite al fiume Lambro”, ha evidenziato il Presidente e AD, Enrico Boerci.