Una strategia completa di sostenibilità deve tenere in considerazione anche il consumo di acqua e il rischio idrico. La gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM) offre alle aziende la trasparenza necessaria per un utilizzo efficiente e responsabile delle risorse idriche, soprattutto in un contesto in cui la disponibilità di acqua è sempre più a rischio".
Le aziende italiane sono incoraggiate a mettere il consumo di acqua in cima alla loro agenda di sostenibilità, insieme alle emissioni di gas serra, e a valutare la loro impronta idrica complessiva. Questo indicatore rappresenta la quantità di acqua necessaria per la produzione, la vendita o la catena del valore di un prodotto. Tuttavia, secondo uno studio recente di Aras, intitolato "La transizione delle aziende europee", condotto su oltre 440 decision-maker di alto livello provenienti da 19 Paesi europei, quasi tre quarti delle aziende (72%) incontrano ancora difficoltà nel soddisfare i requisiti legali in termini di sostenibilità. Tradizionalmente, le aziende utilizzano il sistema PLM per monitorare i complessi cicli di vita dei prodotti, perseguire obiettivi di crescita e accelerare l'innovazione
"La gestione del ciclo di vita del prodotto fornisce l'approccio olistico e l'ordine necessario per attuare misure di sostenibilità. Per raggiungere gli obiettivi 'verdi', il sistema permette anche di monitorare e controllare indicatori ambientali chiave, come le emissioni di CO2 e il consumo di acqua nella produzione”, afferma Luigi Salerno, Country Manager di Aras Italia.
Tuttavia, le aziende non devono limitarsi a monitorare il consumo di acqua, ma devono anche prestare attenzione al rischio idrico. Infatti, mentre l'Italia può essere considerata ancora un Paese relativamente ricco d'acqua, in altre parti del mondo la scarsità idrica è un problema critico.
"Indirettamente, queste problematiche idriche si riflettono anche sulle aziende che lavorano con fornitori locali. Attraverso la loro catena di approvvigionamento, importano in modo tangibile il rischio nella loro produzione", conclude Salerno. "Il PLM offre loro l'opportunità di identificare i fornitori con un elevato rischio idrico. Collaborando con altre parti interessate, possono contribuire a una gestione globale responsabile delle risorse. In ultima analisi, le aziende che riducono il rischio idrico potranno godere di vantaggi competitivi significativi".