Presentate le statistiche dell'ISTAT sull'acqua 2020-2023
Perdite idriche in aumento in più della metà delle regioni. E' quanto emerge dal report ISTAT “Le statistiche sull’acqua. Anni 2020-2023”, presentato venerdì. In nove regioni - sottolinea l'Istat - le perdite idriche totali in distribuzione sono superiori al dato nazionale, con i valori più alti in Basilicata (65,5%), Abruzzo (62,5%), Molise (53,9%), Sardegna (52,8%) e Sicilia (51,6%). Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore, con Veneto (42,2%) e Friuli-Venezia Giulia (42,3%) in linea col dato nazionale. Nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen (28,8%), in Emilia-Romagna (29,7%) e Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste (29,8%) si registrano le perdite minori.
In 13 regioni e province autonome su 21 e in tre distretti idrografici su sette aumentano le perdite idriche totali in distribuzione. Istat spiega che le variazioni rilevate possono dipendere non solo dallo stato delle reti, ma anche da variazioni nelle modalità di calcolo dei volumi consumati ma non misurati al contatore, dalla crescente diffusione di strumenti di misura, che sono più efficaci nell’evidenziare le situazioni critiche, da situazioni contingenti e cambiamenti gestionali che possono modificare il sistema di contabilizzazione dei volumi.
In generale, l'Italia si posiziona al terzo posto in Europa, nel 2022, per il prelievo di acqua potabile per abitante. Nel 2022, l'acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione dell'acqua potabile soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno.
Le reti comunali di distribuzione hanno erogato quotidianamente, nel 2022, 214 litri di acqua potabile per abitante per gli usi autorizzati, registrando una diminuzione di 36 litri rispetto al 1999. Nel 2021, il 21,8% della spesa per la protezione dell'ambiente è stato destinato ai servizi di gestione delle acque reflue. Nel 2020, si legge nella nota, il 19,0% della superficie agricola utilizzata è stata irrigata. I metri cubi d'acqua trattati negli impianti di depurazione delle acque reflue urbane di tipo avanzato sono stati 4,7 miliardi.
Invece, la quota di famiglie che nel 2023 non si fidano di bere acqua di rubinetto è rimasta stabile rispetto al 2022, attestandosi al 28,8%. Per quanto riguarda la quota di perdite idriche totali nelle reti comunali di distribuzione dell'acqua potabile nel 2022 è stata del 42,4%.
Nel 2022, in Italia, sono stati prelevati 9,14 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile, destinati a soddisfare le esigenze quotidiane della popolazione, nonché di piccole imprese, alberghi, servizi, attività commerciali, agricole e industriali collegate direttamente alla rete urbana, oltre alle richieste pubbliche come scuole, uffici pubblici, ospedali, e fontanili.
Questo prelievo giornaliero di 25 milioni di metri cubi, equivalente a 424 litri per abitante, è reso possibile grazie a una fitta rete di approvvigionamento, sviluppata in base alla posizione dei corpi idrici, alle necessità locali, alla qualità del servizio e alle condizioni delle infrastrutture di trasporto dell'acqua.
Sul territorio italiano – si legge nella nota - sono presenti circa 37 mila fonti di approvvigionamento per gli usi idropotabili, con una media di 12 fonti ogni 100 km2. Una quantità molto limitata di acqua, circa lo 0,1% del totale, viene prelevata da fonti situate in Italia ma destinata all'approvvigionamento di località all'estero, come la Francia e la Repubblica di San Marino. Allo stesso modo, parte dell'approvvigionamento proviene da fonti localizzate oltre confine, come nel caso del comune di Campione d'Italia, unica exclave completamente circondata dal territorio svizzero, che nel 2022 ha utilizzato fonti in Svizzera per garantire una parte della domanda annuale di acqua potabile.
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