Rispettate le tempistiche previste dai tre diversi cronoprogrammi delle opere a contrasto del cambiamento climatico
Nel Distretto del Fiume Po avanti con i lavori previsti dal Piano Invasi a contrasto del cambiamento climatico. Le tempistiche degli interventi sono in linea con quanto previsto dai tre diversi cronoprogrammi per gli invasi in Valle di Lanzo e in Val d’Enza e per la barriera contro il cuneo salino nel Delta del Po.
A seguito delle Convenzioni sottoscritte a dicembre 2023 con i soggetti attuatori, rispettivamente SMAT, il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale in collaborazione con il Consorzio della Bonifica Parmense e il Consorzio di Bonifica Delta del Po, con Regioni e ATO, le attività stanno dunque procedendo nel rispetto dell’iter procedurale previsto dal nuovo Codice dei contratti.
Nel dettaglio, i soggetti attuatori hanno affidato il servizio di redazione del DOCFAP (Documento di fattibilità delle alternative progettuali), da consegnare secondo queste scadenze: Invaso Valle di Lanzo: entro novembre 2024, successivamente affidamento del servizio di progettazione PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica); Invaso Val D'Enza: per il mese di giugno 2025, successivamente si passerà alla seconda fase progettuale ovvero il PFTE; Barriera contro la risalita del cuneo salino sul Po di Pila : entro novembre 2024, in seguito servizio di progettazione del PFTE.
“Nonostante i ritardi iniziali che si erano accumulati nella fase di trasferimento delle somme per la progettazione delle tre opere strategiche dal Ministero delle Infrastrutture all’Autorità di Distretto, le procedure procedono speditamente", sottolinea Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
"Siamo convinti che in una fase di maggior frequenza dei fenomeni estremi (siccità e alluvioni) sia necessario intervenire con modalità diverse per territorio. L’obiettivo è di rendere più adattabile l’ambiente a queste variazioni climatiche. In alcuni casi opere “tradizionali” possono essere utili, in altri casi è necessario avere approcci completamente diversi. Gli studi preliminari per verificare la necessità di queste opere e l’eventuale progettazione esecutiva dovranno essere, così come indicato negli accordi siglati con i soggetti esecutori, condivisi con le popolazioni interessate o attraverso i Contratti di Fiume o altre forme di coinvolgimento", aggiunge Bratti.