Il progetto "Solar for Inclusive WASH", condotto nel distretto di Pader nel Nord Uganda ha migliorato l'accesso all'acqua pulita e all'igiene per 32 mila e 400 persone e 5 mila e 100 studenti
Completato il progetto "Solar for Inclusive WASH", finanziato dalla Fondazione Peter Wallenberg e da Water for All, organizzazione senza scopo di lucro che conta sulla partecipazione del Gruppo Atlas Copco, Epiroc e dei loro dipendenti. È quanto annuncia Atlas Copco Group in una nota.
Realizzato nel Nord Uganda in collaborazione con Amref Health Africa, organizzazione non profit attiva in 35 Paesi africani, il progetto ha raggiunto diversi obiettivi ambientali, economici e sociali, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che promuovono l'acqua pulita e i servizi igienico-sanitari (SDG 6), l'energia pulita e accessibile (SDG 7) e la parità di genere (SDG 5).
La presenza di fonti d'acqua pulita vicine ai villaggi, si legge nella nota, è fondamentale per l'emancipazione femminile in Africa, dove tradizionalmente il compito di rifornire le famiglie di acqua è affidato alle donne. Questo compito le costringe a percorrere lunghe distanze ogni giorno per raggiungere le fonti d'acqua, rendendo difficile per loro frequentare regolarmente la scuola.
Nonostante l'Uganda sia uno dei paesi dell'Africa subsahariana con alti tassi di crescita, rimane uno dei più poveri al mondo a causa della difficile accessibilità dei servizi igienici, dell'elettricità e dell'istruzione per la popolazione. Nella zona settentrionale del Paese, si legge nella nota, solo il 30% delle famiglie ha accesso a servizi igienici adeguati.
Il progetto "Solar for Inclusive WASH", condotto nel distretto di Pader nel Nord Uganda, una zona particolarmente colpita dalle guerre civili, ha migliorato l'accesso all'acqua pulita e all'igiene per 32 mila e 400 persone e 5 mila e 100 studenti attraverso diverse iniziative: la costruzione di 6 pozzi alimentati da energia solare per servire 6 scuole e 18 villaggi circostanti; l’installazione di servizi igienici nelle scuole, punti di distribuzione dell'acqua e toilette nei villaggi, la ristrutturazione o costruzione di 30 pozzi per fornire acqua pulita a 9 mila persone. Si sono aggiunte anche attività di sensibilizzazione sulla importanza dell'igiene e della pulizia per prevenire malattie e formazione tecnica di meccanici locali per garantire il mantenimento efficiente degli impianti idrici nel corso degli anni. Il progetto si impegna a garantire l'accesso all'acqua per almeno 15 anni.
Il fulcro del progetto sono i sistemi di pompaggio installati nei pozzi e alimentati ad energia solare: l'acqua estratta viene convogliata nelle cisterne posizionate su torri di stoccaggio elevate e, grazie alla forza di gravità, viene resa accessibile nei villaggi circostanti e nelle scuole tramite punti di distribuzione appositamente realizzati. L'accesso all'acqua pulita rappresenta una fonte essenziale di benessere per la popolazione africana, garantendo l'igiene e prevenendo l'insorgere e la diffusione di epidemie causate dall'acqua contaminata. L'educazione all'igiene – si legge nella nota – ha portato la percentuale di famiglie che si lavano regolarmente le mani dal 5% all'86%, riducendo così di quasi il 50% l'incidenza di gravi disturbi intestinali.