
Si tratta del primo passo per la riassegnazione delle concessioni in regime di concorrenza, prevista dalla LR 21/2020 nel rispetto della direttiva Bolkestein e del decreto Bersani 79/1999.
Manifestata dalla Regione Friuli-Venezia Giulia la volontà di acquisire la proprietà dei beni cosiddetti asciutti del sistema derivatorio costituito dagli impianti idroelettrici della Val Meduna. La delibera è stata approvata su proposta dell'assessore alla Difesa dell'Ambiente, Fabio Scoccimarro.
Si tratta, come spiegato in sintesi dall'esponente della Giunta e riportato in una nota della Regione, del primo passo concreto verso la procedura di riassegnazione delle relative concessioni in regime di concorrenza, prevista dalla LR 21/2020 in ossequio alla direttiva Bolkestein ed al decreto Bersani 79/1999.
Nel dettaglio, continua la nota, i grandi sistemi derivatori ad uso idroelettrico dell'asta fluviale sono del Meduna: l'impianto di Meduno da 7.145 kW, che interessa il corso d'acqua Meduna, la cui concessione è scaduta a fine 2010, gli impianti di Valina e Chievolis da 12.061 kW, interessanti i corsi d'acqua Meduna e Silisia e la cui concessione è scaduta a metà 2023 e gli impianti di Colle e Istrago (Spilimbergo) da 8.481 kW, che interessano il Meduna e la cui concessione è scaduta a giugno dello scorso anno.
Molto probabilmente, si legge, a causa delle posizioni molto distanti tra l'Amministrazione regionale ed il concessionario uscente (Edison) in merito al prezzo di acquisto, sarà necessario deferire la controversia ad un collegio arbitrale.
In mancanza di accordo con il concessionario uscente in merito al prezzo da corrispondere per le opere asciutte, spiega la Regione, l'eventuale controversia sarà deferita ad un collegio arbitrale come prevede la normativa.