Fondamentale per i territori montani, dove la crisi climatica ed energetica ha notevoli effetti intrecciati con la crisi demografica, spopolamento e abbandono delle aree montane.
Sul futuro dell’idroelettrico occorre definire regole chiare in linea con gli altri Paesi europei, che permettano di dare sicurezza agli impianti, nuovi investimenti per il potenziamento del settore da parte degli operatori energetici e adeguati ritorni ai territori dove insistono gli impianti. È il parere di Uncem, l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani.
È necessario, spiega Uncem in una nota, che il quadro complessivo di azione venga scritto non solo tra Stato e Regioni, ma anche con chiarezza verso gli Enti locali, in particolare Unioni montane di Comuni e Comunità montane che non possono essere spettatori di gare o tentativi di proroghe, piuttosto che accordi tra sistema pubblico e imprese.
L’idroelettrico, spiega l'Unione, è un settore particolarmente strategico per la montagna italiana e sul quale passa la sicurezza nazionale, e un percorso istituzionale sinergico tra i diversi livelli di governo è oggi indispensabile per costruire un efficace futuro del settore, fondamentale anche per affrontare la crisi climatica ed energetica che nei territori montani ha notevoli effetti intrecciati con la crisi demografica, spopolamento e abbandono delle aree montane.