Idrogeno, NatPower H: in Italia 100 stazioni in 6 anni per nautica da diporto

29 gen 2024
Il progetto, che prevede la prima installazione entro l'estate del 2024, richiede un investimento di 100 milioni di euro

Al via il progetto sviluppato da NatPower H per il rifornimento a idrogeno verde per la nautica da diporto. E' quanto annuncia NatPower H, spiegando che il progetto ha ottenuto l'adesione di venticinque marine e porti italiani, dove saranno installate le stazioni progettate da Zaha Hadid Architects.

Il progetto, che prevede la prima installazione entro l'estate del 2024, richiede un investimento di 100 milioni di euro. L'obiettivo, si legge nella nota, è realizzare almeno 100 stazioni di rifornimento nei prossimi sei anni e espandere questo modello anche in altre regioni oltre il Mar Mediterraneo.

“Forti di una pipeline di progetti sulle rinnovabili che già supera i 23 GW, abbiamo deciso di creare NatPower H, il primo operatore globale per la produzione, lo stoccaggio ed il rifornimento di idrogeno verde, per dare vita alla prima infrastruttura di approvvigionamento di idrogeno per la nautica da diporto al mondo. Riteniamo che l’idrogeno rappresenti una delle soluzioni più efficaci per dare impulso alla transizione energetica di tutto il settore della nautica da diporto e dello yachting. In particolare, l'uso dell'idrogeno come vettore energetico, attraverso celle a combustibile e motori elettrici, si sta rivelando una delle opzioni più promettenti, offrendo prestazioni ottimali nel rispetto dell'ambiente”, ha dichiarato Fabrizio Zago, Group CEO NatPower.

Nella nautica, si legge nella nota, c'è un impegno crescente nella costruzione di imbarcazioni più sostenibili. Numerosi cantieri navali stanno promuovendo soluzioni per ridurre l'impatto ambientale delle proprie attività. La creazione di zone marine protette con divieto di utilizzo di motori diesel sottolinea l'importanza della sostenibilità anche nel segmento degli yacht e dei megayacht, spingendo l'intera industria verso innovazioni eco-friendly. Tuttavia, questa rapida transizione energetica è rallentata dalla mancanza di infrastrutture per la distribuzione e il rifornimento di fonti di energia a impatto zero, evidenzia la nota.