L'INTERVENTO. Il censimento delle acque per uso civile dell’ISTAT

27 giu 2024
Articolo a cura di Simona Ramberti, Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali e Stefano Tersigni, Direzione centrale per l'analisi e la valorizzazione nell'area delle statistiche sociali e demografiche e per i fabbisogni informativi del PNR pubblicato sul nuovo numero di Acquagenda

L’Istat, in occasione delle Giornata mondiale dell’acqua 2024, ha pubblicato un focus tematico, che presenta una sintesi dei principali e più recenti risultati delle diverse attività realizzate dall’Istituto, con riferimento agli aspetti legati alla risorsa idrica, alle infrastrutture, al territorio e alla popolazione.

Con riferimento ai servizi idrici per uso civile, comparto d’uso della risorsa idrica estremamente importante e delicato anche per le dirette conseguenze sul benessere dei cittadini, il focus analizza i primi risultati dell’ultima edizione del Censimento delle acque per uso civile, rilevazione dell’Istat che si è svolta tra maggio e novembre 2023 con riferimento all’anno 2022 e che ha coinvolto tutti gli enti gestori operativi sul territorio nazionale (dal prelievo di acqua per uso potabile alla depurazione delle acque reflue urbane).

Nel 2022 il volume di acqua prelevata per uso potabile in Italia è pari a 9,14 miliardi di metri cubi (424 litri per abitante al giorno): un prelievo giornaliero di 25 milioni di metri cubi reso possibile da una fitta rete di approvvigionamento composta da circa 37.400 punti di prelievo impiegati per garantire gli usi idrici quotidiani della popolazione, ma anche di piccole imprese, alberghi, servizi, attività commerciali, produttive, agricole e industriali direttamente allacciate alla rete urbana, nonché le richieste pubbliche (scuole, uffici pubblici, ospedali, fontanili, ecc.).

L’Italia si posiziona al primo posto nell’Unione europea per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei (con l’esclusione quindi dei prelievi da acque marine). Si conferma, quindi, la posizione italiana nel ranking europeo, nonostante il volume prelevato nel nostro Paese durante il 2022 si sia ridotto dello 0,5% rispetto al 2020 (-4% rispetto al 2015), proseguendo la lenta e moderata contrazione rilevata a partire dal 2018.

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