Umbria, presentato bioreattore che converte scarti agricoli in biogas e biometano (GASFARM)

17 ott 2024
L'impianto consente la distruzione dei semi infestanti, la riduzione degli odori, la produzione di calore per il riscaldamento , la riduzione dei gas serra e del trasporto degli scarti organici.

Presentato presso la sede di Confagricoltura Umbria il progetto GASFARM, un impianto pilota dimostrativo per la conversione della sostanza organica di scarto inquinante prodotta dagli allevamenti zootecnici in biogas e biometano. 

Nel dettaglio il progetto, realizzato dall’Azienda agricola Checcarini in partenariato con la cooperativa sociale Ariel e attuato dalla società Sereco Biotest, a valere sul Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria 2014-2020, ha previsto la realizzazione di un bioreattore della tipologia detta ABR (Anaerobic Buffled Reactor), concepito per aziende di medie e piccole dimensioni.

Simulando la fisiologia digestiva dei ruminanti (Rumengas), si legge in una nota ufficiale, il bioreattore garantisce efficienze superiori e quindi costi installativi inferiori rispetto agli standard tecnologici. L'ABR, continua la nota, è una tecnologia già in uso da molto tempo per applicazioni depuratoristiche, ma mai implementata per finalità di recupero energetico.

Tra i vantaggi dati da questo tipo di impianto, si legge, la distruzione dei semi infestanti, la riduzione degli odori, la produzione di calore per il riscaldamento di edifici, la riduzione dei gas serra e del trasporto degli scarti organici.

"Per molti anni la digestione anaerobica di piccole quantità di rifiuti organici e alimentari non era considerata redditizia. Attualmente, invece, si sta assistendo ad una sua crescita attraverso l’attuazione di un nuovo modello di produzione di biogas basato su impianti di digestione a piccola scala. Tali unità produttive, più piccole, meno costose e autosufficienti in termini di approvvigionamenti di biomassa, stanno attirando l’interesse non solo degli agricoltori, ma anche di investitori green con l’intento di sviluppare nuove fonti di energia pulita e distribuita",  hanno spiegato i progettisti della Sereco Biotest.