Articolo a cura dell'Associazione Nazionale degli Enti di Governo d’Ambito per l’Idrico e i Rifiuti
L’impostazione della regolazione della qualità del SII implementata da ARERA è caratterizzata da un approccio output-based che consiste in un meccanismo di premi e penali (affiancato anche da aspetti di sunshine regulation) volto a perseguire il miglioramento delle performance favorendo la diffusione di tecnologie innovative, mantenendo però un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico.
Con l’introduzione del MTI-4 questa impostazione viene affiancata per il biennio 2024-2025 dai criteri di prima utilizzazione del Fondo per la promozione dell’innovazione nel servizio idrico integrato, prevedendo meccanismi incentivanti per il potenziamento delle misure per la sostenibilità energetica e ambientale attraverso l’attribuzione di premi in caso di conseguimento di obiettivi individuati rispetto a due indicatori: “RIU-Quota dei volumi depurati destinabili al riutilizzo ma non destinati a tale finalità” ed “ENE-Quantità di energia elettrica acquistata”.
Per gli anni successivi, l’ARERA rimanda alla disciplina che sarà adottata in sede di aggiornamento biennale “anche valutando l’avvio di specifici progetti pilota focalizzati su soluzioni innovative di digitalizzazione che potrebbero agevolare un monitoraggio continuo dello sviluppo e dell’operatività delle infrastrutture servite”. Questa impostazione di orientare verso l’innovazione si ritrova ad esempio anche nell’Investimento M2C4-I4.2 del PNRR, in cui per quanto riguarda la strategia delle proposte degli interventi finanziabili viene indicato che questa è “attuata attraverso l’adozione di strumenti e modelli innovativi volti a ricercare le migliori soluzioni, sotto i vari aspetti che caratterizzano i processi di riqualificazione delle reti idriche.” Nell’ultimo periodo l’orientamento verso l’innovazione assume sempre più rilevanza strategica anche in relazione alle misure tese alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici (resilienza e uso efficiente della risorsa) che richiedono elevati sforzi in fase di pianificazione degli interventi e un coordinamento tra i vari livelli istituzionali coinvolti.
Anche se ci sono già casi virtuosi che stanno intraprendendo questa strada, è indispensabile creare un meccanismo (anche potenziando gli strumenti già esistenti) che contribuisca in modo più definito ad orientare tutti i soggetti coinvolti a perseguire come obiettivo primario l’innovazione del settore idrico, attraverso anche un rafforzamento dei processi di collaborazione. Ad esempio è importante trovare soluzioni che incentivino l’adozione di un approccio basato sull’asset management, inteso come l’insieme delle attività coordinate per una gestione dinamica e affidabile del ciclo di vita del capitale infrastrutturale, in modo tale da garantire equilibrio tra il raggiungimento del livello degli obiettivi richiesto e il contenimento dei costi del ciclo di vita delle infrastrutture (manutenzione e sostituzione).
Alla base di questo approccio fondamentale è la digitalizzazione (anche grazie al telecontrollo e allo smart metering), che consente ai gestori di poter fare affidamento su una conoscenza immediata degli impianti e delle reti, per orientare il processo decisionale e gli investimenti in base alle priorità e ottimizzando le attività di manutenzione. Le attività operative nell’attuare gli indirizzi strategici restituiscono quindi dati per implementare le politiche di lungo, medio e breve termine con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza con un approccio di analisi dei dati e del rischio.
I dati rappresentano l’elemento con più alta potenzialità di innovazione, che per poter essere sfruttata al meglio richiede una elevata capacità di integrazione e coordinamento trasversalmente a tutta la struttura del gestore, ma costituiscono anche un elemento fondamentale per gli EGA per l’implementazione delle attività di pianificazione, monitoraggio e controllo.