L'INTERVENTO. Acqua trattata, tra abitudini e pregiudizi. Fare corretta informazione per salvaguardare le risorse

27 mag 2024
Articolo scritto per Watergas da Elena Prous, area comunicazione Anima Confindustria

“L’acqua è il principio di tutte le cose”, diceva un famoso filosofo greco. Il ruolo dell’acqua nella vita e nelle attività umane è infatti da sempre centrale, e da sempre interseca grandi temi sociali e ambientali. Un argomento così vasto che, come tutti i grandi temi, è spesso circondato da confusione e notizie contrastanti, ma oggi più che mai merita una corretta informazione per garantire la salvaguardia di una risorsa così preziosa.

Acqua del rubinetto, una risorsa a portata di mano

Grazie allo sviluppo tecnologico e all’attenzione posta sull’importanza delle risorse idriche, l’Italia è in grado di offrire ai suoi cittadini un’acqua del rubinetto di altissima qualità, riconosciuta tra le migliori in Europa, rispondente a un apparato normativo e regolatorio costantemente aggiornato e rigorosamente controllata dalle autorità competenti, nel pieno interesse della salute e del benessere dei consumatori. Salvo sporadiche interruzioni della fornitura, localizzate e prontamente segnalate dalle autorità, la cosiddetta “acqua del sindaco” in Italia è non solo del tutto potabile, ma salubre ed economica: secondo le stime, il costo oscilla tra 89 centesimi (Milano) e 4,45 euro (Siena) al metro cubo, cioè ogni 1000 litri. Tuttavia, la percezione degli italiani rispetto all’acqua del rubinetto, influenzata da abitudini e pregiudizi, spesso non rispecchia questi dati di realtà, denotando invece una diffusa mancanza di consapevolezza.

Nel risalire alle cause di questo fenomeno, va ricordato che l’acqua del rubinetto è controllata fino al punto di consegna, ossia il contatore. È nell’ultimo tratto che talvolta, durante il passaggio attraverso tubature vetuste o non recentemente manutenute, l’acqua può assumere caratteristiche che ne alterano il sapore e l’odore, rendendola meno gradevole. È a questo punto che si può intervenire ricorrendo alle apparecchiature per il trattamento dell’acqua, come caraffe filtranti o altri sistemi di filtraggio e affinamento. Queste tecnologie, come detto, non svolgono un’azione di “depurazione” o “potabilizzazione”, agendo per l’appunto su un’acqua di per sé già potabile, salubre e pulita come previsto dai rigidi requisiti stabiliti dal DL 18/2023.

A cosa servono i sistemi di trattamento dell’acqua potabile

Senza modificarne la già garantita salubrità, le tecnologie per il trattamento dell’acqua consentono di agire sulle caratteristiche organolettiche delle acque migliorandone la gradevolezza al gusto e all’olfatto, modificando la temperatura di erogazione o conferendo l’effervescenza e riducendo ove necessario la concentrazione di calcare. Grazie all’azione su tali caratteristiche, le apparecchiature di affinamento incentivano i consumatori a ricorrere a una risorsa che è già a loro disposizione, con i conseguenti benefici sulla sostenibilità ambientale che il consumo di acqua a km 0 comporta.

Come ricorda Aqua Italia, l’associazione che in Anima Confindustria rappresenta le imprese che producono tecnologie di trattamento delle acque primarie, è di prioritaria importanza garantire la corretta e più completa informazione dei cittadini in materia di acqua potabile, nel migliore interesse dei consumatori e dell’ambiente. Proprio con questo scopo, nel 2013 è stato pubblicato dal Ministero della Salute il DM 23/2013 e sono state successivamente redatte le “Linee guida sui dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano ai sensi del D.M. 7 febbraio 2012, n. 25” contenute nel rapporto Istisan 15/08 a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, alla cui redazione Aqua Italia ha partecipato attivamente.

Sempre in linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, il ricorso ai sistemi di filtraggio contribuisce in modo importante a valorizzare il consumo dell’acqua di rete e a promuovere abitudini e stili di vita sostenibili, anche grazie alla riduzione del consumo e del trasporto della plastica. A testimonianza dell’utilità nella riduzione della plastica immessa in ambiente, le apparecchiature di trattamento delle acque potabili rientrano tra le categorie di prodotto previste e consigliate dal Decreto 6 novembre 2023 “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli affidamenti relativi ai servizi di ristoro e alla distribuzione di acqua di rete a fini potabili”.

Acqua trattata, qualità e salute

È da sfatare anche il pregiudizio infondato secondo cui i sistemi di trattamento potrebbero in qualche modo alterare le proprietà nutritive dell’acqua potabile poiché, come ricorda il presidente di Aqua Italia, Fabrizio Leoni «Non esiste legame tra il trattamento dell’acqua e una funzione sanitaria. In nessun modo, come afferma la ricca letteratura giuridica e scientifica dedicata, trattare l’acqua potabile con i dispositivi di affinamento può nuocere alla salute né tanto meno rendere l’acqua “non potabile”. L’eventuale azione di alcuni tipi di tecnologie sulla concentrazione di calcio e magnesio non ha incidenza considerabile rilevante sul corpo umano, dato che la quantità di nutrienti e sali minerali che assumiamo attraverso l’acqua è trascurabile rispetto a quella assunta dagli alimenti». Infatti, è ancora l’Istituto Superiore di Sanità a sottolineare che l’acqua potabile non è la principale fonte di elementi essenziali per l’uomo, intervenendo per una quota stimata tra 1% e il 20% del fabbisogno totale, a seconda degli elementi. Inoltre, il contenuto di minerali nelle diverse acque di rubinetto è estremamente variabile in funzione dell’origine della risorsa idrica e dei trattamenti che l’acqua subisce nel corso della potabilizzazione e distribuzione.

Per diffondere corretta informazione e buone pratiche a tutela dell’ambiente, l’associazione Aqua Italia si impegna con progetti e iniziative, oltre a mettere a disposizione articoli e approfondimenti su acquadicasa.it, nel costante impegno a migliorare e incentivare l’accesso a una risorsa troppo spesso data per scontata.