L'INTERVENTO. Concessioni idroelettriche: finalità pubbliche e scelte industriali

06 feb 2024
Articolo scritto per Watergas da Adolfo Spaziani, Senior Advisor utility*

Il decreto-legge energia (9 dicembre 2023, n. 181), in via di conversione in Parlamento, lascia irrisolto il tema delle concessioni idroelettriche, nonostante una proposta arrivata dalle regioni più impattate e fatta propria da forze di maggioranza ed opposizione.  La ragione ufficiale fa derivare questa difficoltà ad innovare l’attuale normativa dagli impegni presi dai governi precedenti sul PNRR. Non conta il fatto che nel frattempo la stessa Commissione abbia confermato che, per le concessioni esistenti, non esista alcun obbligo di gara a livello comunitario, livello nel quale ciascuno Stato membro ha in concreto consolidato la situazione esistente. Certo l’atteggiamento ondivago dei diversi governi italiani nell’ultimo decennio non aiuta, ma ancora peggio è restare in mezzo al guado.

Lo stallo è la conseguenza di una situazione in cui tutti hanno ragione e torto insieme, a causa di scelte pregresse guidate da un approccio più ideologico che da strategie di politica industriale ed ambientale. La Commissione europea si è sino ad oggi limitata a prendere atto delle scelte nazionali, inclusa la scelta pro-concorrenziale inserita tra gli impegni sul PNRR e per il quale è stata incassata la relativa rata. Addebitarle ogni responsabilità è sicuramente una forzatura.

Come uscirne? Provando a ragionare e rappresentare le reali motivazioni che consigliano di lasciare ampia libertà di scelta alle regioni nell’ambito di una coerente politica energetica nazionale.  Nella sostanza si tratta di chiarire bene quale sia la finalità pubblica che si intende perseguire prima di scegliere lo strumento adattativo, dal project financing al prolungamento a fronte di impegni contrattuali concreti ed in grado di accorciare i tempi di realizzazione.

La prima valutazione persegue la necessità di effettuare scelte che favoriscano un utilizzo ottimale della risorsa idrica, in un determinato bacino, per gli usi civili, agricoli ed industriali. Un utilizzo razionale della risorsa idrica e degli invasi è sempre più importante per mitigare i rischi sui territori di fenomeni alluvionali e siccitosi, la cui crescente alternanza e frequenza è un dato di fatto.

Un’altra analisi necessaria guarda ai territori dove sono ubicate le dighe e le centrali di produzione. Esistono territori dove l’assetto idrogeologico richiede interventi immediati di tutela ed altri dove esistono condizioni funzionali ad un accrescimento della produzione e allo sviluppo di sistemi di accumulo. In numerose realtà la tempestività di intervento risulta indispensabile e appare evidente il beneficio di una procedura, quella del prolungamento agli attuali concessionari, che in tempi brevissimi dovrebbe consentire di rendere operativi  gli investimenti, oggi stimati in oltre quindici miliardi, senza incappare in contenziosi lunghi ed incerti, come dimostra anche il percorso su un project financing  attivato  nella regione Piemonte. L’aver contrastato soluzioni come il trasferimento di ramo e l’esercizio di una call option a favore dell’uscente, di certo accentuano i rischi di un lungo contenzioso.

Della ragione sulla necessità di evitare asimmetrie sulla politica energetica a livello europeo adottando una disciplina unitaria al riguardo si è già detto, ma la scelta ribadita dalla Commissione è quella di non imporre vincoli alle discipline nazionali contrastare normative nazionali.

Da queste analisi, da effettuare obbligatoriamente nel corso del 2024, dovrebbe derivare la soluzione più funzionale allo sviluppo e salvaguardia di un asset strategico per il Paese. Di sicuro le ragioni elencate e la necessità di rispettare gli impegni comunitari al 2030 sulle fonti rinnovabili richiedono di superare l’attuale incertezza. Al ministro Fitto, che ha brillantemente risolto situazioni più complesse, non mancheranno argomenti per farsi ascoltare ed arrivare in tempi brevi a soluzioni capaci di far ripartire gli investimenti. Al settore industriale il compito di farsi trovare pronto a questa sfida.

*Le posizioni espresse sono a titolo personale