E' online l'edizione 2023 di GasAgenda, l'annuario di informazione tecnico commerciale per gli operatori dell'industria italiana del gas. Di seguito l'intervento di Cristina Maggi, Direttrice H2IT - Associazione italiana idrogeno.
In pochi anni il settore dell’idrogeno ha subito una fortissima evoluzione a livello globale sia dal punto di vista tecnologico/industriale che dal punto di vista politico/normativo. Una forte spinta è stata data da diverse iniziative dei Paesi che hanno visto in questo vettore energetico l’occasione di perseguire alcuni obiettivi chiave; un vantaggio competitivo su nuove tecnologie di frontiera, un’occasione per accelerare il processo di decarbonizzazione dei settori finali in cui il vettore elettrico non è sufficiente ed infine la diversificazione delle fonti per garantire alti livelli di sicurezza energetica. L’Europa vuole essere protagonista nella costruzione di questo settore con il lancio di iniziative strategiche volte a garantire un ruolo dei Paesi Membri nella produzione delle tecnologie e dei sistemi idrogeno e nella gestione dei futuri flussi di import e export.
Seppur attraverso un percorso fatto di alti e bassi l’Italia si sta allineando a queste politiche, anche perché alcuni regolamenti legati al Fit For 55 impatteranno in maniera vincolante; come, ad esempio, i target relativi alla quota di idrogeno rinnovabile nell’Industria e nella mobilità imposti dalla RED III (Renewable Energy Directive) - 42% dell’idrogeno prodotto per l’industria al 2030 deve essere RFNBO (Renewable fuel of non biological origin), l’1% della quota rinnovabile nei trasporti deve essere RFNBO – oppure gli obiettivi vincolanti proposti dalla AFIR (Alternative Fuel Infrastructure Regulation) di avere una stazione di rifornimento stradale idrogeno ogni 200km sui TENT-Te in ogni nodo urbano.
Il PNRR ha dato l’occasione all’Italia di investire 3,64 miliardi nel settore, su tutta la filiera, per supportare sia la produzione dell’idrogeno sia gli utilizzi finali, al fine di stimolare la nascita di un vero e proprio mercato. Tra i successi di questi investimenti troviamo il bando per i progetti di produzione in aree dismesse, chiamati talvolta anche Hydrogen Valleys, nel quale venivano allocate risorse per ogni regione d’Italia, permettendo quindi una sperimentazione dell’idrogeno su tutto il territorio nazionale; più di 50 progetti sono stati approvati e saranno finanziati, per un totale di più di 120MW di elettrolizzatori e 260 MW di rinnovabili addizionali. Sulle infrastrutture di rifornimento, sono state approvate progettualità nel settore ferroviario e in quello stradale; per quest’ultimo è uscito un secondo bando a luglio per andare a utilizzare le risorse non utilizzate nella prima tornata, 128 milioni, con l’obiettivo di raggiungere la Milestone di 40 stazioni di rifornimento al 2026, di cui 35 già approvate dal primo bando.
Attendiamo i risultati del bando Hard to Abate, ovvero l’utilizzo dell’idrogeno per la decarbonizzazione dei settori industriali. È notizia di qualche giorno fa che nella revisione del PNRR proposta dal Governo alla Commissione Europa, uno degli investimenti chiave riservato al progetto DRI, per la realizzazione dell’impianto per la produzione del preridotto per l’industria dell’acciaio, verrà cancellato dal PNRR per essere rifinanziato da altri programmi, in quanto incompatibile con i tempi richiesti per l’attuazione dal PNRR. Un’occasione importante di avere un grande progetto italiano sull’utilizzo dell’idrogeno nell’industria, che speriamo possa avere altre opportunità di finanziamento per essere sostenuto e portato avanti.
Figura 1: Progetti PNRR già approvati – Rielaborazione H2IT
Altra notizia fresca, è l’uscita della strategia idrogeno tedesca 2.0; la Germania, quindi, è già alla seconda versione di questo documento strategico, che dimostra l’ambizione di questo Paese a essere protagonista nell’evoluzione del settore idrogeno. L’Italia ha costruito le azioni sull’idrogeno basandosi sugli interventi del PNRR, ma non ha mai sviluppato una vera e propria strategia che traguardi anche l’orizzonte temporale del 2026; nella proposta di PNIEC vengono definiti degli obiettivi e delle misure a supporto, ma il settore ha bisogno di linee programmatiche chiare con interventi di breve, medio e lungo termine per pianificare gli investimenti. Per questo H2IT – L’associazione Italiana Idrogeno, il 4 luglio ha organizzato il primo Italian Hydrogen Summit a Roma, per portare le istanze dell’industria alle Istituzioni e alla Politica e promuovere la creazione di una strategia idrogeno. In questa occasione l’associazione ha illuminato il primo monumento italiano, la Piramide Cestia, con un generatore a idrogeno.
Possiamo affermare che l’industria oggi corre più veloce della politica; da una recente survey tra i soci di H2IT, è emerso che le imprese si posizionano strategicamente su tutta la filiera in 7 comparti diversi di attività, con una buona metà delle imprese impegnate nei macrosettori della produzione (53%), dei Servizi (49%) (consulenza, studi di fattibilità e ingegneria, analisi di marketing e comunicazione e formazione professionale) e della mobilità (45%). Le PMI specializzate, che rappresentano il 60% del campione, forniscono già sistemi e componenti hydrogen ready, nonché servizi di ingegneria in grado di supportare la fase di sviluppo dei primi progetti. Le grandi aziende della distribuzione di energia e gas, si configurano come player trainanti per il settore, perché coinvolte nell’industrializzazione delle tecnologie ma soprattutto nella realizzazione delle infrastrutture per distribuzione e stoccaggio, attività che necessitano di considerevoli investimenti.
Figura 2; Composizione per macrosettori di attività H2 (% imprese, possibili più risposte) – Fonte Osservatorio H2 Intesa Sanpaolo-H2IT
L’occasione per l’Italia e il suo comparto industriale di essere protagonista in questo settore è ormai riconosciuta; un’accelerazione su più fronti è necessaria per mettere al sicuro gli investimenti già fatti, in particolare sul fronte della normativa, dove passi importanti sono stati fatti ma dove ancora i gap da coprire sono tanti, e sul fronte incentivi, dove vediamo le Istituzioni impegnate ad elaborare il supporto giusto in grado di far partire il mercato e mettere a terra le progettualità.
(Gli altri interventi pubblicati su GasAgenda: https://www.watergas.it/it/Gasagenda)