Articolo per Watergas di Marta Bucci, Direttore Generale Proxigas
I mercati energetici negli ultimi anni hanno registrato dinamiche eccezionali e imprevedibili, che hanno portato a un radicale mutamento sia degli scenari globali - con ricadute a livello nazionale ed europeo – sia delle prospettive evolutive del sistema.
La sfida della decarbonizzazione diventa ancora più complessa e si sviluppa secondo diverse dimensioni in relazione alla necessità, non solo di traguardare l’obiettivo zero emissioni, ma anche di garantire la sicurezza delle forniture e l’accessibilità sociale dei nuovi modelli energetici.
Sostenibilità ambientale, economica e sicurezza energetica sono tre dimensioni ugualmente prioritarie, tra loro strettamente correlate e interdipendenti: l’aumento dei prezzi del gas e i rischi in termini di certezza degli approvvigionamenti, insieme a una carenza dell’offerta, hanno portato ad aumento del ricorso al carbone con conseguente rallentamento del processo di riduzione delle emissioni a livello globale che nel 2022 hanno raggiunto un nuovo picco (figure 1 e 2 nell'allegato 1). L’ultimo Report del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici evidenzia purtroppo come la traiettoria di decarbonizzazione correlata ai Piani governativi in essere sia piuttosto lontana dal target definito dagli accordi di Parigi (figura nell'allegato 2). A livello globale le risorse più utilizzate sono ancora quelle maggiormente inquinanti: nel mix energetico mondiale il petrolio rappresenta la prima fonte utilizzata (29%), nella generazione elettrica è il carbone la fonte più utilizzata con una quota del 36% (figura 3 nell'allegato 1).
Europa e Italia hanno un mix meno emissivo grazie alle rinnovabili, al nucleare (in alcuni Paesi), alla progressiva riduzione dell’utilizzo del carbone nella generazione elettrica e al maggior impiego di gas naturale, specialmente in Italia. Europa e Italia sono certamente esempi virtuosi ma la loro contribuzione a livello globale è purtroppo poco significativa emettendo rispettivamente circa il 7% e l’1% delle emissioni mondiali di CO2. Questo rende merito agli sforzi compiuti ma, al contempo, ci dice anche che, purtroppo, i nostri sforzi futuri non saranno determinanti per vincere la sfida della decarbonizzazione. Per quanto attiene all’approvvigionamento energetico, sia l’Europa che l’Italia si collocano come grandi importatori. Infatti, se a livello mondiale la produzione di gas naturale è aumentata da 3mila miliardi nel 2010 a 4mila miliardi nel 2022[1], Europa e Italia l’hanno invece drasticamente ridotta[2], aumentando la dipendenza dall’import. Il nostro Paese rappresenta il quinto importatore mondiale di gas naturale, con 69 miliardi/mc di gas importati nel 2022, in aumento rispetto ai 58 miliardi/mc del 2015. Sul piano della sicurezza e della competitività, il mercato europeo e quello italiano sono quindi maggiormente esposti alla volatilità dei prezzi, specialmente in relazione al GNL – che ha acquisito maggior peso rispetto alle forniture via tubo nell’ottica di sostituire progressivamente il gas russo – risorsa che risente delle incertezze del bilanciamento tra la domanda e l’offerta a livello globale e che è quindi influenzata dalle imprevedibili dinamiche del mercato globale.
Alla luce di tale scenario, è possibile sviluppare le seguenti considerazioni rispetto alle prospettive future di evoluzione dei mercati energetici e, in particolare, di quello del gas, a livello globale e con riferimento al nostro Paese.
La domanda di energia mondiale, per effetto della crescita della popolazione e del progressivo superamento della povertà energetica, vedrà nei prossimi anni un incremento. La popolazione si stima aumenterà da 8 miliardi nel 2022 a 9,6 miliardi nel 2050[3], crescita trainata dall’Africa, dall’Asia-Pacifico e dall’India, ossia da Paesi che oggi utilizzano ancora risorse più inquinanti.
In parallelo si stima un aumento anche dei consumi di energia, grazie alla maggiore possibilità di accesso nei Paesi in via di sviluppo. L’aumento dei consumi energetici rischia quindi di non essere compensato dai miglioramenti in termini di efficienza energetica che metteremo in atto e di tradursi in un aumento delle emissioni climalteranti.
Occorre quindi garantire a livello mondiale un’offerta di energia sostenibile che sia coerente con la crescita demografica ed economica e, per realizzare tale obiettivo, il gas può giocare un ruolo decisivo.
A tale fine è infatti necessario riprendere e sostenere gli investimenti nella produzione di gas affinché la disponibilità dell’offerta anticipi una domanda globale che sarà in crescita e consenta quindi di prevenire possibili carenze e/o conseguenti shock di prezzo.
Le prospettive qui illustrate richiedono un nuovo approccio alla transizione ecologica che, affinché possa essere realmente sostenibile, deve prima di tutto essere concretamente attuabile e quindi basata:
- sulla flessibilità, per gestire la variabilità del percorso,
- sulla gradualità, definendo non solo i target ma anche la traiettoria per realizzarli
- sulla diversificazione delle fonti, dei vettori e delle tecnologie.
Il processo di decarbonizzazione deve inoltre avere una dimensione globale per soddisfare in maniera sostenibile i crescenti consumi energetici. Europa e Italia devono quindi necessariamente coordinare i rispettivi target al 2050 in maniera sinergica rispetto al processo extraeuropeo di transizione ecologica.
Infine, elemento centrale per una decarbonizzazione di successo è il coinvolgimento dei consumatori, offrendo modelli di consumo energetico a basse emissioni ma, al tempo stesso, competitivi e accessibili, garantendo la stabilità economica delle forniture.
Se interpretato in questi termini, il percorso di transizione ecologica per il nostro Paese può rappresentare un’opportunità di crescita industriale, economica e sociale. L’Italia può contare su una rete gas ampiamente sviluppata e sempre più digitalizzata e pronta ad integrare vettori a basse emissioni. La sua posizione geografica rappresenta un elemento favorevole per diventare un hub energetico del Mediterraneo, attraverso la cooperazione con i Paesi del Nord Africa per lo sviluppo di risorse energetiche nell’ottica della reciprocità.
Le linee di sviluppo del nostro sistema energetico alla luce del contesto globale e delle prospettive future possono quindi essere sintetizzate in tre punti fondamentali.
Occorre garantire la sicurezza del sistema energetico sostenendo la ripresa della produzione interna di gas, diversificando gli approvvigionamenti, valorizzando il ruolo dello stoccaggio e aumentando gli strumenti di flessibilità per gestire la variabilità del contesto.
È necessario preservare la sostenibilità economica del processo di decarbonizzazione, promuovendo mercati liquidi ed efficienti, realizzando un mercato unico europeo senza discriminazioni e adottando un approccio che garantisca l’ottimizzazione complessiva del sistema sia elettrico che gas.
Infine, occorre valorizzare il ruolo del gas nel percorso di transizione energetica per: accompagnare, con la generazione elettrica, il pieno sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili; favorire la decarbonizzazione dei trasporti; sviluppare i green gas e le tecnologie di riduzione dell’impronta carbonica del gas naturale (cattura e stoccaggio di CO2) quali strumenti essenziali per la decarbonizzazione dei consumi.
[1] Fonte: Eni World Energy Review 2023
[2] La produzione di gas in Europa è passata da 121 miliardi/mc nel 2010 a 41 miliardi/mc nel 2022. In Italia la produzione è progressivamente passata da oltre 20 miliardi/mc negli anni ’90 a poco più di 3 miliardi/mc nel 2022.
[3] Fonte: U.S. Energy Information Administration (IEO 2023) e International Energy Agency (WEO 2023)