Articolo a cura di Tania Tellini, Direttore Settore Acqua Utilitalia, e Luigi Joseph Del Giacco, Funzionario Area Giuridico Legislativa Fiscale Utilitalia
L’attesa revisione della Direttiva 91/271/CE sembra ormai volta al termine, con l’approvazione da parte del Parlamento europeo avvenuta il 10 aprile scorso.
Si tratta di una delle maggiori sfide che il nostro Paese sarà chiamato ad affrontare nei prossimi decenni, considerando che ancora oggi scontiamo quattro procedure d’infrazione comunitaria in tema di collettamento e depurazione, per un totale di 930 agglomerati e un carico generato di oltre 54 milioni di abitanti equivalenti, di cui il 79% interessa le regioni del sud (Blue Book 2024 su dati MASE).
La riduzione della soglia di applicazione de- gli obblighi di collettamento e depurazione da 2.000 a 1.000 abitanti equivalenti rischia, se gestita in modo pedissequo, di aggravare l’attuale situazione o ingenerare costi eccessivi. Sarà importante effettuare una valutazione caso per caso a livello territoriale, che dovrà riguardare anche l’opzione tecnologicamente più adatta ad un miglior equilibrio tra beneficio ambientale ed investimento economico.
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