Intervista di Daniela Marmugi a Franco Lusuriello, CEO di BTS Biogas.
L’Italia possiede tutti gli strumenti necessari a soddisfare gli obiettivi fissati dall’Unione europea ed è pronta per raggiungere una produzione di 6 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030.
A sostenerlo è Franco Lusuriello, CEO di BTS Biogas, in questa intervista, che aggiunge: “Quello che serve ora è una linea di continuità. Parlando di azioni concrete, il primo passo da fare è riprendere in mano il decreto e assicurarsi che abbia effetti anche nel periodo dal 2026 al 2030”.
Secondo Lusuriello, dunque, gli obiettivi europei sono realistici, ma solo a patto che tutti i Paesi dell’Unione rispettino gli accordi, applicando i vari decreti biometano entro i tempi stabiliti.
L’Unione Europea punta a produrre 35 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030 e ad azzerare le emissioni entro il 2050. A suo parere, si tratta di un obiettivo realistico? E come procede lo sviluppo del settore in Europa?
È un obiettivo realistico, ma molto sfidante. Basti pensare che questo risultato deve passare per l’applicazione dei vari decreti biometano e che alcuni Paesi non li hanno nemmeno pubblicati. Non è il caso dell’Italia, che ha già fatto la sua parte, ma parlando a livello generale siamo sicuramente in ritardo.
Per quanto riguarda il nostro Paese, è previsto il raggiungimento di una produzione di 6 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030. Pensa che l’Italia sia pronta dal punto di vista delle infrastrutture e delle risorse per sostenere questa crescita?
L’Italia è sicuramente pronta e, con la pubblicazione del decreto biometano nel 2022, ha mostrato di essere più efficiente di altri Paesi. Abbiamo le tecnologie, le risorse e la volontà per riuscire. Quello che serve ora è una linea di continuità. Parlando di azioni concrete, il primo passo da fare è riprendere in mano il decreto e assicurarsi che abbia effetti anche nel periodo dal 2026 al 2030.
In questo contesto, come contribuisce la collaborazione tra BTS DevCo e Eiffel Investment Group allo sviluppo del biometano in Italia?
BTS DevCo ed Eiffel, un gruppo da sempre molto attento alle rinnovabili, hanno dato vita alla piattaforma Green One proprio con l’obiettivo di investire nella produzione di biometano in Italia attraverso il revamping di impianti esistenti. Si tratta di un accordo strategico poiché la combinazione del nostro know how con il loro supporto finanziario ci permetterà di ridurre le emissioni di gas serra e contribuire attivamente alla transizione energetica, oltre che di consolidare la nostra posizione nel settore. Per dare qualche dato: una volta effettuato l’upgrade, i primi quattro impianti oggetto di questa collaborazione produrranno circa dieci milioni di metri cubi di biometano all’anno e permetteranno di risparmiare circa 21mila tonnellate di CO2 equivalente all’anno, corrispondenti a 700mila alberi piantati.
Uno dei vostri obiettivi è il “revamping” degli impianti esistenti. In cosa consiste esattamente questa tecnica e perché la considerate più vantaggiosa rispetto alla costruzione di nuovi impianti?
Per “revamping” si intende la conversione di impianti biogas esistenti da produzione elettrica a produzione di biometano. Questa soluzione ha molteplici vantaggi sia dal punto autorizzativo sia dal punto di vista di organizzazione della filiera per la corretta operatività dell’impianto. Non ultimo, la perfetta integrabilità locale la rende un’opzione decisamente più vantaggiosa rispetto alla costruzione dell’impianto.
Quali sono le maggiori sfide, sia tecniche che regolatorie, che affrontate nella produzione di biometano? Avete una strategia specifica per superarle?
A livello regolatorio non vedo particolari ostacoli. Per quanto riguarda la tecnica, ritengo invece che la nostra esperienza ultraventennale ci abbia permesso di capire come trattare praticamente tutti i sottoprodotti agricoli e industriali. Il nostro know how oggi è sicuramente il nostro punto di forza.
Intervista di Daniela Marmugi